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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Effetto covid sulle immatricolazioni autobus, male Messina con solo 17 nuove targhe

Città e provincia egistra -67,3% e ha un parco datato e inquinante: più del 46% appartiene alle categorie 0, 1 e 2. Male anche il trasporto merci, ma le targhe crescono del 33,3%

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada. Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Sicilia, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province dell’isola.

Calo immatricolazioni trasporto persone: Messina -67,3%

Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. La Sicilia si muove in linea con il resto d’Italia e segna una diminuzione del 12% rispetto al 2019. Con 96 nuove immatricolazioni, Messina è l’unica provincia in controtendenza e registra un aumento del 33,3%.

Per il trasporto persone, le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Più incisivo il calo della Sicilia che con 194 nuove targhe segna -46,4%. Tra le province la situazione è altalenante: Messina chiude in negativo con -67,3% e 17 registrazioni.

Alimentazione bus, a Messina elettrico a 1,5%

Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). Anche in Sicilia sul podio gasolio e benzina (93,2% e 5,4%). Sotto l’1% le altre fonti e ibrido ed elettrico hanno quote pressoché irrilevanti (0,06% e 0,07%). Messina registra il numero più alto di mezzi a benzina, le fonti ibride si fermano a 0,1% mentre le elettriche a 0,03%.

Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido. Il gasolio resta la fonte in assoluto più diffusa anche in Sicilia dove raggiunge il 95,2%, mentre il metano si attesta a 3,5%. L’ibrido non è presente e sotto l’1% le altre fonti di alimentazione. A Messina l’elettrico registra l’1,5% superando il benzina a 0,5%. Il restante parco è a gasolio (97,9%).

A Messina più del 41% di bus ha oltre 20 anni

La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). In Sicilia la fascia preponderante si alza ai 15-20 anni (20,6%) seguita dai 20-30 (19,9%) e dai 10-15 (17,9%). Messina è la provincia più vecchia: solo il 6,3% di autocarri di massimo 5 anni e il 28,5% di mezzi oltre i 30.

Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. Nell’isola la fascia più recente scende al 14,6%, mentre quella dei veicoli più datati si alza a 36,3%. La provincia di Massina, nonostante detenga la quota più alta di mezzi di massimo 5 anni (16,2%), ha un parco datato con la quota di bus ultraventennali che supera il 41%.

A Messina più del 46% del parco autobus è Euro 0, 1 e 2

Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). Anche in Socilia gli autocarri Euro 0,1 e 2 sono molto al di sopra della quota di Euro 5 e 6 (50,7% vs 14%). Messina è anche la provincia più inquinante con il 12,5% di classi recenti e il 54,1% di Euro 0, 1 e 2.

In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Regione il 42,8% è Euro 0, 1 e 2, mentre le classi meno inquinanti sono il 25,5% del totale. A dimostrazione di quanto detto sopra, a Messina gli Euro 5 e 6 sono il 21,8%, meno delle categorie obsolete (46,3%).

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