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Cronaca

Incendi a Tremestieri, poteva causare una strage ma "è incapace di intendere e volere"

A marzo aveva appiccato il fuoco due volte a poche ore di distanza innescando un ordigno costituito da una bombola contenente gas e causando danni a immobili e autovetture. La decisione del Gup dopo la perizia. Fissata una nuova udienza per valutare l’idoneità della sua permanenza in carcere

E’ stato dichiarato incapace di intendere e di volere l’uomo accusato degli incendi del 18 marzo scorso a Tremestieri.

Lo ha deciso il Gup Simona Finocchiaro che ha preso atto della perizia affidata ad un professionista che ha certificato quanto già trapelato nella prima fase delle indagini: G.M. attualmente in carcere con l’accusa di devastazione aveva avuto anche in passato gravi problemi psichiatrici.

Il 20 marzo è stata fissata una ulteriore udienza per valutare l’idoneità della sua permanenza in carcere. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppa Abate aveva scelto il rito abbreviato.

I fatti risalgono a marzo del 2021 quando il 52enne messinese, residente sulla Statale 114 ha appiccato il fuoco innescando un ordigno costituito da una bombola contenente gas gpl, determinando così l’esplosione ai danni di alcune vetture parcheggiate sulla pubblica via e di uno stabile in via Consolare Valeria. A poche ore di sistanza ha innescato un altro ordigno infiammabile ai danni di un altro immobile sempre sito in via Consolare Valeria sede della ditta “Anticendio dello Stretto”.

Azioni che avrebbero anche potuto causare anche una strage.

Numerose le persone che si costituiranno parti civile: i proprietari delle autovetture, degli esercizi commerciali e il proprietario dell’immobile oggetto dell’incendio difeso dall’avvocato Luigi Giacobbe.

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