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Venerdì, 22 Settembre 2023
Cronaca

Messina si lecca le ferite dopo gli incendi, la Forestale calcola almeno 10 milioni di danni

In fumo almeno 2000 ettari di bosco, 400 solo in città. Il dirigente Giovanni Cavallaro stila un primo bilancio dopo quelle drammatiche 48 ore: "Non succedeva da anni, l'impatto sarà notevole". Le zone colpite saranno interdette alla caccia

Dieci milioni di euro. A tanto ammonta, secondo una prima stima, il danno subito dal territorio messinese a causa degli incendi.  Un conto salato in cui sono rilevanti i costi della macchia di soccorso, basti pensare che il volo di un canadair può arrivare a costare anche 7mila euro. A stilare un iniziale bilancio è il dirigente della Guardia Forestale, Giovanni Cavallaro, che quantifica in 2000 ettari le aree boschive andate in fumo, 400 nella sola Messina. L'operazione per domare le fiamme è stata imponente, quasi in contemporanea ha bruciato l'intera provincia da Motta d'Affermo a Taormina, incluse le isole Eolie. "Una cosa del genere non accadeva da almeno sei anni - spiega Cavallaro - al momento possiamo fare solo una stima provvisoria ma i dati forniti non discostano dalla realtà. Tutt'ora sono in corso alcuni focolai nella zona di Patti, ma il peggio è ormai alle spalle".

Messina, insieme alla sua vasta provincia, è ferita. E gli effetti saranno lunghi: "Basti pensare all'autunno - precisa il dirigente della Forestale - bisognerà stare ancora più attenti ai rischi idrogeologici che già conosciamo. Contiamo numerosi danni a strutture, in gran parte casolari abbandonati e circondati da terreni incolti, ma a Savoca e Oliveri l'incendio ha interessato anche il centro abitato e saranno i rispettivi sindaci a stimare i danni. Le zone colpite saranno interdette alla caccia quando verrà riaperta la stagione venatoria". Intanto, sarà la Procura ad accertare le responsabilità e trovare i colpevoli, la mano dolosa appare scontata e la sequenza di incendi altamente preoccupante.

Lavoro straordinario per la Forestale la cui sede dei Colli San Rizzo ha competenze su una vasta porzione di territorio: da Milazzo a Scaletta Zanclea. Due le unità di ruolo che coordinano le quattro squadre che operano 24 ore su 24. In tutta la provincia l'organico è formato da 307 addetti allo spegnimento dell'incendio, 118 autisti, 79 vedette e 68 capisquadra. In caso di necessità gli uomini in divisa verde supportano anche vigili del fuoco e protezione civile, così come avvenuto in questa settimana. "Un lavoro difficile - dice Cavallaro - e molto rischioso. Il mio pensiero va soprattutto ai colleghi morti sul campo, penso all'incidente del canadair in Grecia o all'episodio simile che si è verificato lo scorso anno sull'Etna".

Intanto, due giorni fa il governo Schifani ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per gli incendi e l’eccezionale ondata di calore in Sicilia. La decisione è stata presa nel corso di una seduta straordinaria della giunta convocata appositamente dal presidente della Regione a Palazzo d’Orleans.

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