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Cronaca

"Terremoto" giudiziario all'azienda siciliana trasporti, sotto inchiesta anche il revisore messinese Felice Genovese

L'operazione "Gomme lisce" della Guardia di Finanza si è concentrata su appalti truccati per gli pneumatici e bilanci taroccati. Nella rete finito pure il professionista già a capo del Collegio dei revisori Atm posta in liquidazione dall'ex amministrazione De Luca

C'è anche il revisore contabile messinese Felice Maria Genovese tra i sedici indagati dell'inchiesta che ha "sconvolto" l'Ast, l'azienda siciliana di trasporti, dove sono state concentrate le attenzioni della Guardia di Finanza su gare d'appalto per gli pneumatici truccate e bilanci ritoccati. Genovese a Messina faceva parte del Collegio dei Revisori dei Conti dell'Atm posta in liquidazione dall'ex amministrazione De Luca ricoprendo il ruolo di presidente. 

Secondo quanto scrive Palermo Today le indagini all'Ast riguardano Bilanci ritoccati grazie a qualche "svista" contabile, promesse di assunzioni “influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali”, ma soprattutto gare d’appalto pilotate sulle forniture di pneumatici per i pullman. Da qui il nome dell'operazione: "Gomme lisce" all'Ast che da fine gennaio ha un nuovo cda - interamente partecipata dalla Regione. La Finanza ha arrestato e messo ai domiciliari uno dei sedici indagati, il direttore generale Andrea Ugo Enrico Fiduccia. Per altri otto, su disposizione del gip del tribunale di Palermo, sono scattate misure interditive della durata di un anno.

L'elenco degli indagati

Ai domiciliari Andrea Ugo Enrico Fiduccia, 71 anni, direttore generale Ast. Interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi per Maria Carmelo Gaetano Tafuri, 51 anni, ex presidente del cda Ast; Felice Maria Genovese, 53 anni, revisore contabile del bilancio Ast; Giuseppe Carollo, 62 anni, componente ufficio legale e affari generali di Ast. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi per Alessio Porzio, 62 anni, amministratore della Porzimark srl di Cannara (Perugia); Alberto Carrotta, 68 anni, amministratore di fatto della società Officine del turismo srl (poi Alc 14 srl); Massimo Albanese, 46 anni, referente della società Officine del turismo srl (poi Alc 14 srl); Mario Salbitani, 37 anni, referente della società In.Hr Agenzia per il lavoro srl di Potenza; Giuseppe Telesca, 46 anni, referente della società In.Hr Agenzia per il lavoro srl di Potenza.

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Che ci fossero cimici negli uffici di via Caduti senza croce era già chiaro a ottobre 2020. Dalle indagini eseguite dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziarie di Palermo sotto il coordinamento della Procura è emersa una "gestione societaria superficiale e privatistica - si legge in una nota - da parte dei vertici aziendali che avrebbero violato le norme di trasparenza pubblica e colluso con i referenti di alcune imprese, turbando diverse procedure di appalto”. Una prima relativa all’acquisto di pneumatici, una seconda per l’approvvigionamento di autobus attraverso procedure negoziate e l’ultima per l’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.

Durante l’attività investigativa sarebbero emerse "condotte corruttive - prosegue una nota - nei confronti del direttore generale che avrebbe conferito illecitamente l’incarico di revisore contabile a un professionista il quale, in cambio, avrebbe omesso la rilevazione di irregolarità contabili in grado di inficiare l’attendibilità dei bilanci della società pubblica". Poi, con l’obiettivo di  ottenere l’assunzione di alcuni familiari, avrebbe predisposto un bando prevedendo dei requisiti ritagliati su misura per alcune aziende. Si trattava di una gara d’appalto da 2,15 milioni di euro per la fornitura di servizi per la start up di una compagnia aerea.

Altri due importanti aspetti investigativi sono emersi dall’analisi documentale e dalle intercettazioni eseguite dai finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica. Il primo riguarda un’ipotesi di truffa aggravata da 3,2 milioni di euro, ai danni dell’Ast, da parte dei referenti delle società aggiudicatarie del servizio di bigliettazione elettronica che avrebbe utilizzato documentazione falsa per simulare il possesso dei requisiti necessari per la gara. Il secondo invece una frode in pubbliche forniture da 6 milioni di euro in relazione alle assunzioni a tempo determinato di alcuni lavoratori tramite un’agenzia interinale.

All’inizio del 2019 l’imprenditore Sebastiano Barone, titolare dell’omonima azienda attiva sul mercato da 30 anni, aveva presentato un esposto su un grosso appalto per la fornitura di pneumatici all’Ast. Barone avrebbe notato una serie di presunte anomalie che lo hanno spinto a rivolgersi all’autorità giudiziaria. 

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