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Cronaca

“Università bandita”, quel commissario così... Fedele

Retroscena dell'inchiesta che ha travolto l'Ateneo di Catania ma che ora fa tremare mezza Italia. Il caso del concorso per ricercatore sponsorizzato dal professore Barone, che coinvolge anche un docente dello Stretto

Ho trovato un commissario “fedele”. E’ così che rassicura il suo “pupillo”, il professore Giuseppe Barone, detto Uccio, ex direttore del dipartimento di Scienze Politiche e sociali. Uno dei nove professori dell’Università di Catania sospesi perchè indagato nell’ambito dell’inchiesta “Università bandita” che coinvolge sessantasei docenti in tutta Italia e che ha riacceso le polemiche sul sistema dei concorsi truccati negli atenei.

Barone, dalle carte dell’inchiesta, emerge come uno dei docenti più spregiudicati. "Vediamo chi sono questi stronzi che dobbiamo schiacciare", lo hanno intercettato mentre si organizzava.

Uno degli epidosi contestati coinvolge anche il docente di Messina Santi Fedele, ordinario del dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, commissario Asn (abilitazione scientifica nazionale), massone del Grande Oriente d'Italia, e già delegato del rettore Navarra e poi di Cuzzocrea per i Master e l’Alta Formazione.

Nell’ambito dell’inchiesta di Catania gli viene contestato l’abuso d’ufficio come componente di una commissione di valutazione per un posto di ricercatore di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche, per una procedura con nove partecipanti che si è svolta tra il luglio e il settembre del 2017.

Avrebbe dato la propria disponibilità al direttore del dipartimento Giuseppe Barone per l’assegnazione del posto a Sebastiano Granata, che poi fu proclamato effettivamente vincitore con provvedimento del 22 settembre 2017 e ottenne il posto di ricercatore.

Fedele era componente della commissione insieme a Giovanna Cigliano, anche lei indagata. Entrambi furono contattati da Barone che – secondo gli inquirenti – ottenuta la disponibilità, rivelò a Granata i nomi degli altri candidati, i curricula, redigendo insieme a Granata stesso i verbali della Commissione anche nella parte valutativa degli altri candidati, in modo da stilare una graduatoria con un punteggio finale che vedesse i suo “prescelto” al primo posto.

Gli inquirenti mettono in evidenza come Barone costruisce la commissione in accordo con il candidato Granata intorno al concetto di condivisione del programma criminoso che dovrà portare alla nomina dello stesso Granata. “Nell'ottica degli indagati - spiegano gli investigatori -  infatti, non è importante che i commissari svolgano  correttamente la loro funzione, ma è invece necessario che “non tradiscano”.
 Il linguaggio utilizzato richiama tristemente quello di altre associazioni criminali ben note e operanti sul territorio siciliano”.

Le intercettazioni

Significativa la conversazione del 22 luglio 2017, quando Barone contatta Fedele  comunicandogli che i candidati al posto di ricercatore sono dieci, di cui alcuni sprovvisti di abilitazione che pertanto verranno, a suo giudizio, immediatamente esclusi. Appreso ciò il docente messinese replica: "cazzo! Scusa l'espressione... quindi abbiamo otto abilitati che concorrono per un posto di ricercatore...". E Barone, per nulla preoccupato, replica: "...se il nostro  bravo candidato  riesce a superare la prova...  scade il 2 ottobre, dalla posizione di ricercatore a tempo determinato, l'ufficio mi dice... professore veda un po' di fare... gli evitate la discontinuità... quindi...".


Nonostante le difficoltà paventate dall'altro commissario Fedele, Barone insiste su Granata appellandolo come "il nostro candidato".

Il 17 agosto 2017, un’altra conversazione la dice lunga sul sistema messo in atto. Barone infatti comunica a Granata di avere parlato con i commissari Cigliano e Fedele con i quali ha convenuto sulla eliminazione di quattro candidati. Ed ancora raccomanda a Granata al fine di neutralizzare un’altra pericolosa concorrenza: "per quanto riguarda Fonzi dobbiamo modificare qualche aggettivo sulla... insomma in modo tale da ... no c'ha nulla neppure lui...". Con riferimento alla Cigliano, Barone aggiunge altresì: "lei mi manderà i giudizi entro domani sera... (...) ... in modo tale che poi li dovremmo tutti sistemare. Detto ciò, Barone chiede quindi al suo interlocutore di entrare nella sua posta elettronica nella quale dovrebbe essere pervenuta una mail da parte del professore Santi Fedele asserendo testualmente: "lui già ha scritto sul verbale nostro".

Ma c’è di più. Barone – per i magistrati - non si preoccupa solo di far vincere il concorso a Granata ma anche di garantirgli la continuità contrattuale. La certezza di riuscire a raggiungere sia il primo che il secondo obiettivo è per gli inquirenti testimoniata da un’altra conversazione proprio con il docente di Messina, Santi Fedele.

Il 6 settembre 2017 Barone, sicuro più che mai della vittoria di Granata, riferisce a Fedele che "...il concorso è piuttosto blindato... (...)... quindi noi possiamo essere generosi con tutti" gli altri candidati nella valutazione dei loro titoli. A tali affermazioni replica Fedele: "tanto non raggiungono neppure l'idoneità... l"idoneità... l'idoneità... perché per raggiungere l'idoneità non bastavano le pubblicazioni ma anche congrui titoli accademici...(...)...ad un paio di persone si può dare l'onore delle armi! (...) la situazione è molto chiara....limpidissima... etc.. .etc....e appunto siccome tutto è matematicamente perfetto possiamo concedere l'onore delle armi a qualcuno che insomma... che se lo mette nto curriculum... se lo abbiamo valutato bene".

Barone a questo punto domanda: "ma tu a chi pensi...a chi pensi? A Bellezza (un altro candidato, ndr)... a chi pensi?". Fedele risponde: "esatto.... l'hai detto...".

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