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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Corruzione e arresti, Arisme revoca l'incarico a Muscolino: scattano i primi interrogatori

Avviato il procedimento di sostituzione per l'amministratore dei Condomini Matteotti e Sottomontagna". Le reazioni all'inchiesta che scuote la città. Ridulfo (Fillea Cgil Sicilia): “La verità è che non si è fatto abbastanza per contrastare la corruzione in appalti e forniture”

Due righe due: “L'Agenzia, tenuto conto delle notizie apparse sulla stampa, ha avviato il procedimento di sostituzione del dott. Giorgio Muscolino, quale Amministratore dei Condomini Matteotti e Sottomontagna".

E’ il provvedimento comunicato dall’avvocato Marcello Scurria, presidente dell’Arisme, agenzia per il risanamento di Messina, dopo la notizia degli undici arresti, più una serie di indagati destinati a crescere, che coinvolge anche l’ex assessore.

Il complesso edilizio Sottomontagna, facente capo all’Iacp di Messina, è stato infatti trasferito all’Arisme e Muscolino era stato designato amministratore condominiale in virtù – si evince dalle carte dell’inchiesta - del consolidato rapporto di fiducia con Marcello Scurria già dai tempi in cui era consigliere comunale.

Dopo la sostituzione del funzionario del Genio civile di Trapani, Giancarlo Teresi, arriva dunque la revoca dell’incarico anche per il politico messinese, già presidente provinciale e coordinatore cittadino dell’Udc, ora ai domiciliari per una presunta mazzetta di 400 euro - ipotizza la procura - in cambio dell'affidamento ad una ditta di Tavilla dei lavori al parcheggio del condominio Sottomontagna.

Una inchiesta, quella sulla corruzione denominata “Ottavo cerchio” che vede protagonisti soprattutto il 46enne Antonino Bonaffini, del 57enne Giuseppe Micali e del 49enne Marcello Tavilla, imprenditori finiti in carcere mentre gli altri si trovano ai domiciliari, ritenuti a vario titolo responsabili di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e fittizia intestazione di beni. I tre saranno ascoltati oggi dal gip Maria Militello.

Micali, amministratore e responsabile unico della Ecol 2000, attiva nella gestione di depuratori e smaltimento rifiuti e con partecipazioni in imprese che operano nel settore edile, in particolare avrebbe corrotto funzionari pubblici con veri e propri 'pactum sceleris', scrivono nell’ordinanza gli inquirenti che lo definiscono una "figura centrale nell'indagine", "attivo nel mondo della imprenditoria".  

"Oltre a concorrere nella corruzione del Funzionario del Genio Civile di Messina Felice D’Agostino e l’ingegnere capo del Genio civile di Trapani Giancarlo Teresi - dicono i pm - aveva raggiunto un pactum sceleris con Giuseppe Frigione, funzionario del Comune di Messina in servizio presso il Dipartimento Immobili Comunali" a cui prometteva somme di denaro compresi tra i 500 ed i 1.000 euro in cambio dell'affidamento diretto, in somma urgenza, dei lavori di manutenzione straordinaria da effettuarsi presso il Mercato cittadino Sant'Orsola.

Le reazioni: “Non si è fatto abbastanza per contrastare la corruzione in appalti e forniture”

"Il problema – dice oggi Mario Ridulfo, segretario della Fillea Cgil Sicilia  - è che non si è fatto abbastanza per contrastare la corruzione in appalti e forniture, che continua a emergere in tutta la sua gravità e riteniamo che senza interventi significativi la situazione non migliorerà".

Ridulfo, dopo il blitz della Polizia per un presunto giro di mazzette per gli appalti al Genio civile di Messina e Trapani è convinto che "se la stessa enfasi che si è posta sul Codice degli appalti si fosse messa, ad esempio, sulla questione della efficienza della pubblica amministrazione e sulla semplificazione burocratica, se si fossero in questi anni riqualificate le stazioni appaltanti, oggi avremmo una situazione normale, in cui a disponibilità di risorse corrisponde una progettazione esecutiva". "Nonostante un apparato burocratico elefantiaco e una bulimia normativa - conclude il sindacalista -, il nostro Paese si colloca al 53esimo posto al mondo nell'indice di corruzione percepita (e prima di noi ci sono nazioni come Rwanda, Botswana, Costa Rica e Namibia). Tutto questo è inaccettabile".

Una situazione che preoccupa anche il PortaVoce messinese del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva: “Ancora una volta a Messina emergono accuse di corruzione che, secondo le indagini, sembrano coinvolgere imprenditori e colletti bianchi – si legge in una nota - L’operazione Ottavo Cerchio che ha portato ad undici arresti sembra avere risvolti inquietanti sotto diversi punti di vista. Sono certo che la magistratura e le Forze dell’Ordine, a cui va sempre il mio plauso, faranno emergere ogni dettaglio. Alcuni fatti che coinvolgono agenzie e dipendenti pubblici devono essere assolutamente chiariti”.

Virus informatico, D'Uva: “Valido sostegno al lavoro della magistratura”

D’Uva punta poi l’attenzione sui nuovi sistemi di intercettazione: “A risultare determinante per la riuscita dell’inchiesta - sottolinea il deputato - è stato un trojan, virus spia il cui utilizzo è stato esteso ai reati contro la pubblica amministrazione grazie alla Legge Spazzacorrotti. Questo conferma che le riforme che abbiamo e che stiamo attuando in ambito giustizia sono un valido sostegno al grande lavoro di magistratura e Forze dell’Ordine nonché uno strumento efficace a contrastare reati e malaffare”.

In effetti un contributo significativo nella ricostruzione delle ipotesi di corruzione proviene proprio dalle conversazioni intercettate sia telefonicamente sia all’interno dei veicoli utilizzati dagli indagati o negli uffici pubblici in cui operavano i funzionari coinvolti.

Rilevanti – si legge nell’ordinanza – sono i dati acquisiti mediante le intercettazioni attivate con l’inserimento del captatore informatico nello smartphone in uso a Micali, in quello di Tavilla e in quello di Bonaffini. Le intercettazioni tramite captatore informatico prevedono l’installatore di un apposito programma informatico nel telefonino, di norma mediante l’invio di una email o di un sms o di un applicativo che consente di controllare il dispositivo. L’attivazione del microfono permette di apprendere i colloqui che si svolgono nello spazio che circonda il soggetto che ha la disponibilità materiale del dispositivo, attivando quella che viene definita un’intercettazione ambientale per sua natura “itinerante”.

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