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Cronaca

Inchiesta su recupero crediti, i legali di Drommi: “I report ottenuti tramite società autorizzate in maniera assolutamente lecita”

L’imprenditore 55enne è finito nell’indagine "Interrogazione a sorpresa" della DDA di Palermo, gli avvocati Lombardo e Todaro: “Provata la sua estraneità, del resto anche il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari”

“Non è emerso alcun contatto tra il signor Antonio Drommi e funzionari pubblici”. A dirlo sono i legali del rappresentante legale della Adr Group srl di Messina finito nell’inchiesta di Palermo “interrogazione a sorpresa” sull’organizzazione che avrebbe corrotto dipendenti Inps per ottenere informazioni riservate da utilizzare nel settore del recupero crediti. 

Gli avvocati Gabriele Lombardo e Salvatore Todaro, che difendono il 55enne messinese, sottolineano come “i report venivano forniti dalla Lam Service, una società autorizzata e sul punto abbiamo prodotto tutte le mail intercorrenti tra Lam e Adr riguardanti proprio i soggetti per i quali si chiedeva il contributo. Si è documentalmente provata l'assoluta liceità dell'attività posta in essere dal sig. Drommi, finito solo casualmente nel focus investigativo attesa la sua attività professionale”. 

Secondo quanto affermato dagli avvocati di Drommi, la Adr “otteneva i report richiesti dalla clientela attraverso società munite di regolare licenza prevista dall'art. 134 del tulps e giammai da funzionari infedeli. Il coacervo delle intercettazioni ha restituito un dato di assoluta mancanza di interlocuzioni tra il nostro assistito e funzionari pubblici. Del resto, anche per questa ragione, il Tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato la richiesta di applicazione della misura degli arresti domiciliari avanzata dalla DDA di Palermo. Auspichiamo un’immediata risoluzione della vicenda già foriera di plurimi danni di natura economica e personale a carico del nostro Assistito, e dei dipendenti della società".

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