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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Concorsi truccati all'Ateneo, quel posto costruito ad hoc per il chirurgo Bianchi

Rischia di costare caro al docente dell'Università di Messina De Ponte, l'intercessione per fare assumere un chirurgo bolognese. Un caso emblematico, secondo gli inquirenti, “che evidenzia il diffuso senso di illegalità all'interno del sistema accademico”. Dove tutto si gestisce con “criteri padronali”

Bravo come chirurgo. “E una persona meglio di De Ponte va, parramini chiaru” ... Per quanto riguarda l’insegnamento però era proprio... Bianchi. Ma non era certo un ostacolo, la mancata abilitazione all’insegnamento nel sistema di favoritismi e connivenze scoperto dai magistrati della Procura di Catania. Il caso è simbolo fra quelli presi in esame dagli inquirenti che hanno sospeso dieci docenti, i massimi vertici dell’università etnea, e messo sotto la lente professori di tante università d’Italia, compresa Messina.

Quello di Bianchi, anzi del dottore Alberto Bianchi, rischia di costare caro al professore Francesco Saverio De Ponte (nella foto), noto chirurgo, originario della città del Vesuvio, ormai da anni docente universitario a Messina e chirurgo maxillo-facciale. Secondo i magistrati della Procura di Catania, avrebbe chiesto insieme al docente bolognese Claudio Marchetti,  a Giacomo Pignataro e Francesco Basile, che si sono susseguiti nella carica di rettore a Catania, “l’indizione del concorso” per Bianchi, affinchè ottenesse un posto di professore di seconda fascia a Chirurgia e medicina generale di Catania.

Nell’incontro a cinque, Pignataro dà il suo ok a Marchetti, ordinario dell'Università di Bologna e "maestro" del Bianchi, e al docente dell’Università di Messina De Ponte che rassicuravano sulla “futura” idoneità di Bianchi dal momento che lo stesso Marchetti era componente della Commissione di abilitazione nazionale.

Le intercettazioni

Francesco Saverio De Ponte-2E’ il  3 novembre 2016  quando Nunzio Crimi, ordinario del dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Catania,  suggerisce al rettore pro tempore Giacomo Pignataro la chiamata nel settore maxillo-facciale di Alberto Bianchi, precisando che vi è l'accordo in tal senso tra Francesco Saverio dell'Università di Messina e Claudio Marchetti dell'Università di Bologna. "Ci sarebbe uno di Bologna... – si legge nell’intercettazione  - della scuola di Bologna... di Marchetti che si chiama Bianchi... altamente qualificato... ospedaliero...che prenderebbe l'idoneità per ordinario... è associato ora... perché (n.d.r. incomprensibile)... eccetera... e oltretutto in commissione è uscito il suo maestro...quindi non dovrebbero esserci problemi... questo sarebbe disponibile... alla scuola di Bologna con De Ponte hanno dice trovato un altra soluzione che potrebbe questo venire a Catania (...) questa persona che hanno indicato... De Ponte d'accordo con questo di Bologna... è una persona meglio di De Ponte va parramini chiaru, cinquantenne, giovane, alto livello professionale è uno dei pochi in Italia che fa la chirurgia... pediatrica... per cui in Sicilia sarebbe l'unico sicuramente a farla... quindi una persona su cui... si ci può". Pignataro si mostra possibilista.

La conversazione – secondo gli inquirenti - attesta ancora una volta la sistematicità delle irregolarità concorsuali: due scuole di Chirurgia - Messina e Bologna - concordano a tavolino l'invio di un docente presso l'Università di Catania, prima di qualunque bando e prima di qualunque procedura di selezione meritocratica.

Il  19 novembre 2016 De Ponte e Marchetti, insieme a Francesco Basile e al diretto interessato Bianchi, vanno dal rettore Pignataro per caldeggiare l’ingresso all'Università di Catania, magari dopo un'assunzione ospedaliera. Lo stesso Bianchi - ovvero l'aspirante docente - si informa con il rettore sulle disponibilità finanziarie dell'ente e sui budget per le fasce di assunzione. In quella data, non ha ancora l'abilitazione scientifica come professore di seconda fascia. Rimasti da soli, sembra che Basile e Pignataro convengano che la soluzione migliore per l'approdo di Bianchi all'Università sia un concorso per associato esterno.


“La conversazione nella sua gravità – si legge nell’ordinanza dei magistrati - evidenzia il diffuso senso di illegalità all'interno del sistema universitario non solo catanese. Nessuno dei presenti manifesta il minimo disagio per quanto sta accadendo nella consolidata convinzione di poter gestire l'amministrazione universitaria con criteri squisitamente padronali”.

Prima il  7 aprile 2017 e poi il  5 maggio, Crimi ricorda al nuovo rettore Basile che bisogna fare arrivare Bianchi a Catania come ospedaliero o come universitario. Il rettore afferma allora, secondo una classifica del fabbisogno da lui decisa: "allora ora noi faremo i concorsi per gli esterni (...) in medicina viene prima medicina legale anche se la chirurgia maxillo-facciale secondo me è seconda...quindi...noi...io ne bandirò 3 di prima fascia e 3 di seconda fascia".

Crimi replica che Bianchi dovrà ricoprire un posto di seconda fascia ma teme qualche opposizione da parte di De Ponte. E’ Basile a rassicurarlo che proprio il docente di Messina aveva caldeggiato l’assunzione.

Il 28 luglio 2017 Basile informa l’allora rettore dell'Università di Messina Pietro Navarra che si terrà il Consiglio d'Amministrazione in cui delibereranno le chiamate esterne, inclusa quella per associato in maxillo-facciale che deriva da un preciso accordo con De Ponte.

Il 31 luglio 2017 l'Università di Catania bandisce il concorso, stesso giorno in cui Bianchi consegue l'abilitazione come docente di seconda fascia.

Un mese dopo Crimi informa Basile che il Policlinico 'Vittorio Emanuele' ha bandito due posti per maxillo-facciale precisando che uno è per dirigente medico e l'altro dovrebbe essere destinato alla mobilità.
 Basile suggerisce che Bianchi presenti la domanda anche per la posizione ospedaliera e Crimi si rende poi disponibile adandare a Milano per incontrare Marchetti e farsi dare indicazioni sui nominativi dei componenti la Commissione giudicatrice del concorso.

Ma qualcosa sembra non convincere più De Ponte che secondo Crimi è risentito per il fatto che lui non ricoprirebbe un posto di primo piano nelle scelte che stanno facendo.
Anzi, visti i malumori di De Ponte, si organizzano per altri nominativi come membri della Commissione giudicatrice.

Basile incarica l’associato al dipartimento di Chirurgia generale, Antonio Biondi, di esporre a De Ponte due semplici concetti: "primo, lui mi ha portato queste persone...siamo andati assieme da Pignataro per fargliele conoscere... lui è stato il primo a portarle...e...secondo, il concorso lo abbiamo bandito in questa, in questa sessione perché era l'unica possibilità che avevamo perché poi sarebbe stato molto più difficile e tra l'altro abbiamo...come dire...abbiamo approfittato di un momento in cui sarebbe passato abbastanza facilmente e quindi abbiamo bandito".

I due pensano che il malcontento di De Ponte derivi dal fatto che costui abbia deciso di "cambiare cavallo" in corsa facendo vincere il concorso a "qualcuno dei suoi' rimanendo nel frattempo lui come consulente, ma questa soluzione "in tempi brevi gli risulta difficile".

A quanto pare Biondi riesce a ripianare le incomprensioni, tanto che De Ponte discuterà a lungo con Basile anche modalità e tempi di svolgimento del concorso.
In particolare, con riferimento alla composizione della Commissione giudicatrice, Biondi, rivolgendosi a De Ponte, afferma: "tu grazie a quell'opera quando sei andato a Roma hai coagulato tutti i 7 nomi quando...(...) no ma tra l'altro la tempistica avere già le lettere e tutto sei stato eccezionale".

De Ponte stesso si rende poi disponibile ad avvisare i componenti che verranno sorteggiati e ad accompagnarli a Catania per effettuare la prova finale.
De Ponte ringrazia infine il rettore perché la posizione ospedaliera in mobilità presso il "Policlinico-Vittorio Emanuele" di Catania, previo assenso di Bianchi che dovrà ricoprire anche il ruolo assistenziale, venga assegnata ad uno dei suoi "6 strutturati'.

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