rotate-mobile
Venerdì, 8 Dicembre 2023
Cronaca

Strage degli operai, la procura ipotizza il dolo eventuale: indagati i due superstiti

Il procuratore di Ivrea Viglione: "Gravi violazioni delle procedure di sicurezza". Il punto sull'incidente a Brandizzo

Sull'incidente ferroviario di Brandizzo, costato la vita a cinque operai, tra cui il messinese Kevin Laganà, non viene escluso  il dolo eventuale "da parte di qualcuno che non ha seguito la procedura". A dirlo è stato il procuratore capo di Ivrea, Gabriella Viglione. Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Secondo quanto appreso dall'Ankronos, si tratterebbe dei due superstiti dell'incidente ferroviario: l'addetto che per conto di Rfi affiancava la squadra di operai e che aveva l'incarico di comunicare il nulla osta o meno ai lavori e il capo del cantiere della ditta incaricata di eseguire i lavori. 

L'inchiesta, condotta dalla polizia, è coordinata dai sostituti procuratori Giulia Nicodemi e Valentina Bossi. L'ipotesi è di reato di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti. Chiaramente, se l'impostazione del procuratore venisse conservata, i reati ipotizzati verrebbero commutati da colposi in dolosi.

In queste ore gli inquirenti stanno analizzando tutti i passaggi della catena che hanno portato al disastro. "L'attuale situazione - ha detto Viglione - ci porta a ipotizzare che non ci fosse l'autorizzazione a lavorare in quel momento (come hanno dichiarato ieri pomeriggio dal gruppo Ferrovie dello Stato, ndr) e questo benché vi fosse del personale preposto a verificare". 

"Gravi violazioni delle procedure di sicurezza"

Secondo Viglione, "dalle prime indagini emergono delle gravi violazioni della procedura di sicurezza nel momento immediatamente antecedente l'incidente. In relazione a questo - ha detto il procuratore - emergono profili di responsabilità per le quali dovremo indagare delle persone a brevissimo. Gli accertamenti proseguono per verificare se e quanto possa essere considerata sicura la procedura complessiva, ossia anche quella che stava a monte di questo momento. È evidente da quanto accaduto che il meccanismo di garanzia non era idoneo a tutelare le persone impegnate in un lavoro così delicato e in una sede così pericolosa come i binari ferroviari. L'evento comunque avrebbe potuto essere evitato se la procedura fosse stata seguita correttamente. L'ipotesi di dolo eventuale deriva proprio dalla violazione importante della procedura di sicurezza".

Il "dolo eventuale" sussiste infatti quando un evento dannoso o pericoloso viene ritenuto possibile o probabile, senza però che il soggetto "agente" abbia intenzione di provocarlo. In altre parole chi compie l'azione accetta il rischio che un determinato evento possa verificarsi. 

Il treno avrebbe potuto deragliare

Più nel dettaglio, gli accertamenti avrebbero evidenziato che in quel momento non ci fosse l'autorizzazione a lavorare, che deve essere fatta per iscritto, benché ci fosse personale proposto a verificare che l’autorizzazione dovesse esserci. Dalle verifiche, effettuate anche con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza che hanno registrato il momento dell’impatto, gli operai si trovavano sui binari già da qualche minuto, anzi, avevano già svolto operazioni di lavoro vero e proprio.

Questa circostanza spinge gli inquirenti a evidenziare che il grave incidente avrebbe potuto essere ancora più grave perché se il lavoro fosse proseguito e il treno fosse qualche minuto dopo, magari dopo la rimozione dei binari, il treno avrebbe potuto deragliare. Gli accertamenti dei magistrati ora proseguono anche per verificare se è quanto possa essere considerata sicura la procedura complessiva. 

Fs: "I lavori sarebbero dovuti iniziare dopo il passaggio del treno"

Di sicuro quei lavoratori non dovevano essere lì. Ferrovie dello Stato ha chiarito ieri che "questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardavano il cosiddetto armamento (binari, traverse, massicciata)" vengono affidati da Rfi (Rete ferroviaria italiana partecipaata al 100% da Fs) anche "a imprese esterne qualificate e certificate". Si tratta di lavori, è stato precisato in una nota, che si eseguono "in assenza di circolazione dei treni". 

In ogni caso il cantiere "può essere attivato, quindi, soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere, in questo caso dell'Impresa, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all'interruzione concessa, da parte del personale abilitato di Rfi". Per quanto riguarda la velocità del treno, si legge nella nota delle Ferrovie dello Stato, "le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h". Il punto, viene sottolineato nel comunicato, è che "i lavori - secondo procedura - sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno".

Fonte: Today

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Strage degli operai, la procura ipotizza il dolo eventuale: indagati i due superstiti

MessinaToday è in caricamento