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Venerdì, 29 Marzo 2024
Incidenti stradali

Lo hanno investito e sono scappati, la denuncia del calciatore Cappello: "Aiutatemi a trovare i colpevoli"

Il giovane messinese, ex Città di Messina, è stato ferito in un tratto della strada panoramica tra Sperone e Granatari, mentre era a bordo della sua vespa. Ma il conducente del mezzo è fuggito, lasciandolo sull’asfalto in una pozza di sangue. Scattata la denuncia

Un’omissione di soccorso che poteva finire in tragedia. Il messinese Alberto Cappello, classe 1989, ex calciatore di Camaro, Città di Messina e Milazzo, attualmente in forza all’Atletico Messina, è stato investito lo scorso lunedì 5 settembre, intorno alle 15.30, mentre era a bordo della sua vespa. Ma il conducente dell’automobile che lo ha investo, senza pensarci troppo, è fuggito, mentre Alberto è letteralmente volato via dal suo mezzo a due ruote. Adesso, il giovane chiede a gran voce aiuto: “Se qualcuno ha assistito all’incidente, mi contatti subito. O chiamate direttamente la polizia. Aiutatemi a trovare chi mi ha investito, lasciandomi a terra, in una pozza di sangue”.

Alberto lavora in una nota salumeria di Via Tommaso Cannizzaro e si stava dirigendo a casa della sua fidanzata Martina, fino al momento dell’incidente: “Ero a bordo del mio vespone – racconta Alberto – intorno alle 3 e mezza del pomeriggio. Non stavo andando a più di 50 chilometri orari, quando sono stato tamponato e sono letteralmente volato dalla mia moto. Ho solamente notato che la macchina era di colore scuro e sembrava un’utilitaria. Sono stato a terra per oltre 2 minuti e cercavo aiuto, credevo di essere illeso, a parte le numerose escoriazioni e i graffi che avevo ovunque, soprattutto in tutte le braccia, fino a quando ho visto attorno a me una pozza di sangue. Ho iniziato a urlare e mi sono spaventato perché non capivo da dove veniva, fino a quando ho visto la mia caviglia sinistra macinata e tumefatta”.

E alla richiesta d’aiuto di Alberto, ha risposto un ragazzo che abitava nei paraggi: “Un ragazzo d’oro – dice Alberto – sceso a petto nudo per aiutarmi. Mi ha legato una corda all’altezza del polpaccio, come se fosse un laccio emostatico, poi mi ha aiutato ad avvicinarmi al guard-rail e ha chiamato l’ambulanza. A quel punto, si sono fermate anche altre automobili e tante altre persone si sono avvicinate per aiutarmi. Mi sono fatto avvicinare lo zaino e ho chiamato mio padre e la mia ragazza Martina, che è stata lucidissima sin dal momento del suo arrivo. Mi hanno subito portato al pronto soccorso dell’ospedale 'Papardo' di Messina”.

Il referto parla di escoriazioni da asfalto, in tutto il corpo, ma soprattutto di 40 punti di sutura disposti sulla caviglia sinistra: “Ma me ne hanno dati solamente una ventina circa – ricorda Alberto – perché non riuscivano a darli internamente, in quanto la caviglia era eccessivamente tumefatta. Dunque, mi hanno chiuso solo esternamente. E a partire da giovedì, mi hanno dato una prognosi di altri 20 giorni, fino alla nuova visita. Da quel lunedì 5 settembre sono a letto con la gamba in aria. E devo ringraziare tutti coloro che sono intervenuti per aiutarmi, quel ragazzo meraviglioso che mi ha aiutato, mettendomi un laccio al polpaccio. E soprattutto la mia fidanzata Martina, che con pazienza mi sta accanto. Ogni giorno. E mi sta aiutando tantissimo”.

Attraverso i “social”, in tanti si sono stretti attorno al giovane siciliano. Da Messina, ma non solo. Dato che Alberto ha vissuto anche in Toscana, dove è stato responsabile del reparto-salumeria di “Esselunga”.  Alberto ha presentato denuncia alla polizia. E ci tiene a lanciare un appello: “Ho presentato denuncia alla polizia. E voglio lanciare un messaggio – conclude – Non mi spaventa la degenza, neanche la riabilitazione. Ne ho fatte tante, purtroppo. Sono stato fortunato, perché sono vivo e mi riprenderò. Ma poteva anche andarmi peggio. Molto peggio E il conducente della macchina, pur vedendomi a terra, steso, è scappato senza neanche pensarci. Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e che possano prendere colui che mi ha investito. Ma voglio lanciare un appello a tutti: fate attenzione quando siete alla guida. Non tenete il cellulare in mano, non bevete prima di guidare e non correte mai. E soprattutto, se mai dovesse succedere qualcosa di brutto, fermatevi sempre a soccorrere chi è in difficoltà. Restiamo umani. Sempre”.

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