Lezioni in Dad disturbate dagli hacker, l'inchiesta si allarga dopo centinaia di segnalazioni
Continuano le indagini della polizia. Nel mirino anche gli studenti che fornivano i codici d'accesso. Massima attenzione anche a Messina. "Azioni gravissime in un momento delicato per la scuola"
E' destinata ad allargarsi l'inchiesta della polizia postale sulle incursioni durante le lezioni scolastiche in Dad. Finora sono tre i giovani hacker, uno dei quali messinese, ad essere finiti nei guai dopo le indagini coordinate dalla Procura di Genova. Dopo aver acquisito i codici di accesso, i pirati informatici accedevano alla piattaforma utilizzata da studenti e insegnanti, disturbando l'attività didattica con urla, bestemmie e persino filmati pornografici.
Gli inquirenti al momento lavorano per capire l'estensione del fenomeno praticamente in tutta Italia dopo le numerose segnalazioni ricevute. A volte, le incursioni online sono avvenute grazie alla complicità degli stessi studenti che, tramite chat private, condividevano i link per accedere alle lezioni. Tutto sarebbe iniziato come una bravata: i ragazzini dubitavano perfino della possibilità che la polizia potesse rintracciarli. Ma sono poi scattate le perquisizioni a casa dei responsabili con il sequestro di pc, tablet e smartphone. L’accusa è di interruzione di pubblico servizio e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.
Nelle scorse settimane un caso simile si era già verificato a Messina dove resta alta l'attenzione. Il 22 gennaio un filmato pornografico è stato diffuso durante l'Open Day di una scuola media del centro città. Ma secondo i riscontri delle forze dell'ordine l'episodio non sarebbe correlato con quanto avvenuto durante le lezioni online.
La polizia intanto tende a sottolineare la gravità del gesto. Gli sforzi sono mirati a sensibilizzare sull'importanza di tutelare le lezioni scolastiche durante la pandemia. "Internet non ha territorialità - spiega Roberto Surlinelli, direttore tecnico della polizia postale di Genova - stiamo procedendo in base alle risultanze dei nostri controlli e delle segnalazioni che arrivano. Dai dispositivi sequestrati abbiamo già individuato diversi gruppi in cui si scambiano i codici di accesso per le video lezioni su Telegram. Sono centinaia le intrusioni e continuano ancora ora. Per questo abbiamo subito proceduto con le denunce per i disturbatori seriali. L’obiettivo è sensibilizzare sulla gravità di queste azioni. Tanti non si rendono del danno causato in un momento così delicato per il mondo della scuola. Il Covid costringe alla Didattica a distanza, non arginare questi fenomeni sul nascere significa aggiungere alle già gravi difficoltà degli studenti episodi ancora più incresciosi. Noi contiamo molto sulla collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale".