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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tangenti, pressioni politiche e favori all'Ast: "Siamo diventati l'ufficio di collocamento di Forza Italia"

Dalle intercettazioni dell'inchiesta della Finanza emerge come una sessantina di lavoratori sarebbero stati sistemati su specifica richiesta di deputati e assessori. Secondo il direttore Fiduccia (finito ai domiciliari) "il contatto sono Miccichè e il presidente della Regione, u iuocu forte u fa la politica". Musumeci e il presidente dell'Ars smentiscono

Non avrebbero saputo fare "una o con il bicchiere", in diversi casi sarebbero stati "cretini" o ironicamente "cavalieri del lavoro", perché di lavorare realmente non ne avrebbero voluto sapere, eppure sarebbero stati tutti assunti - a spese della Regione e dunque dei contribuenti - all'Ast, che da certi politici - soprattutto quelli di Forza Italia, come emerge dalle intercettazioni - sarebbe stata considerata come un ufficio di collocamento. A sollecitare posti sarebbero stati "Miccichè e il presidente della Regione", ma anche deputati regionali e assessori. Tanto che in una conversazione il direttore generale dell'Ast, Andrea Ugo Enrico Fiduccia (finito oggi ai domiciliari) racconta che dopo averlo convocato all'Ars gli avrebbero dato "nu bello papello", con 50 persone da sistemare. Perché, secondo Fiduccia, "u iuocu forte u fa a politica".

Uno scenario desolante, quello che emerge dall'inchiesta della guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, che forse spiega anche perché, nonostante le gravi irregolarità nella gestione dell'Ast (gare truccate, fornitura affidate ad amici, bilanci taroccati) ipotizzate dagli inquirenti, la Regione, socio unico dell'azienda, non si sarebbe mai accorta di nulla.

Le intercettazioni: "Possiamo assumere persone, qualcuno che dice lei" | Video

La replica di Nello Musumeci

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiamato in causa nelle conversazioni captate, tiene a precisare: "Com'è noto a tutti in Sicilia, il governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell'Ast, che ho incontrato una sola volta, in riunione a Palazzo d'Orleans, credo nel 2020, e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell'Ast di rimuoverlo. Alla luce delle intecettazioni oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia. Sono orgoglioso invece che nell'ordinanza - ancora una volta - si evidenzi come l'attività del mio governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso e nel futuro emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare".

La replica di Gianfranco Miccichè

Replica anche il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè: "Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla Procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, né mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome sta diventando uno sport insopportabile”.

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L'agenzia di lavoro interinale e le presunte irregolarità

Le assunzioni clientelari (oltre 60 su un'ottantina di segnalazioni) sarebbero avvenute attraverso la "Inhr Agenzia per il lavoro srl" di Potenza che nel 2019 si era aggiudicata la gara triennale da 6 milioni per fornire lavoratori interinali all'Ast e i cui amministratori, Giuseppe Telesca e Mario Salbitani, sono stati sottoposti dal gip Marco Gaeta ad una misura interdittiva per un anno. Secondo l'accusa, l'azienda non avrebbe avuto i requisiti per ottenere l'appalto e il contratto avrebbe dovuto peraltro essere interrotto allo sforamento dei 6 milioni pattuiti, ma questo non sarebbe avvenuto. Al 31 marzo 2021, secondo la Finanza, le fatture emesse da Ast all'agenzia ammonterebbero a 9 milioni e 914.137,96 euro con uno sforamento di quasi 3 milioni e mezzo rispetto all'accordo.

"Logiche clientelari e pressioni politiche"

Questo sarebbe stato possibile in virtù di un "rapporto privilegiato esistente tra i referenti di Inhr e il direttore generale dell'Ast, Fiduccia. In più occasioni infatti quest'utlimo ha chiesto all'azienda l'assunzione di personale da somministrare all'Ast" e le assunzioni sono state "pesantemente condizionate da logiche clientelari e da pressioni politiche", si legge nell'ordinanza di custodia cautelare.

Le rivelazioni di un dipendente 

E' stato proprio un dipendente, sentito dai finanzieri, ad elencare tutta una serie di soggetti assunti in Ast per via del "sostegno di noti esponenti politici o influenti gruppi imprenditoriali come l'architetto Antonino Contorno, nipote di Antonello CracoliciGiuseppe Iacono, nisseno sponsorizzato da Confindustria, Teresa Salamone che gode dei favori dell'Ast tramite Francesco Cascio, che fu anche il mio sponsor - ha messo a verbale - Maria Clara Canzoneri, parente dei noti costruttori CaltagironeGiuseppe Montalbano entrò anche lui grazie a Francesco Cascio, Alessandra Marino, vicina al politico Castiglione di Catania". Millanteria?

"L'assessore è inferocito..."

Il 21 gennaio 2020 Fiduccia riceve una telefonata in cui gli viene comunicato che l'allora assessore regionale alle Autonomie locali, Bernadette Felice Grasso, sarebbe stata "inferocita" in quanto "a Messina erano stati assunti meno lavoratori del previsto", scrivono gli investigatori. Il 28 Fiduccia avrebbe incontrato Salbitani e Telesca "ed emerge che molte assunzioni e trasferimenti siano fatti su segnalazione di Fiduccia, che, a sua volta, rivceva le sollecitazioni da esponenti politici".

"Chistu è u pizzinu chi ci rietteru all'assessuratu"

E' lui, Fiduccia, in quella circostanza a fare tutta una serie di nomi, sostenendo che diversi sono stati segnalati "dall'assessorato", ovvero quello alle Infrastrutture. Dice pure: "Di questo non ho il curriculum picchì m'u mittieru in assessoratu... poi chistu è l'ultimu pizzinu chi ci riettiru all'assessuratu", indicando poi una persona che viene "sempre di là vicino, la zona di iddi, l'assessuri". E sottolinea, riferendosi ad alti nominativi: "Questi qua no, niente, un li pigghiamu in considerazione, quelli da tenere in considerazione sono solo ora ve lo appuntate, che ne parlo con il presidente (cioè, Gaetano Carmelo Maria Tafuri, sottoposto anch'egli ad una misura interdittiva dal giudice, ndr)".

"U iuocu forte u fa a politica"

Il 3 febbraio 2020 un dipendente fa ironia con Fiduccia: "Andiamo bene, ho visto che sono entrate altre persone, 15 persone... manco sannu fare a o cu bicchiere" (espressione irrisoria verso persone che si ritengono goffe o incapaci ndr). A quel punto i due si sarebbero spostati in una stanza in cui Fiduccia sarebbe stato convinto di non essere intercettato e dove avrebbe dunque trattato le questioni "riservate". Il direttore avrebbe quindi spiegato: "U iuocu forte u fa a politica, io ne infilo qualcuno, no ca io infilo tutto" precisando che il "contatto" sarebbe "Miccichè o u prisirienti ra Regione, iddi sunnu". Il dipendente chiedeva: "Dalì non c'entra niente?", riferendosi al vicepresident del Cda di Ast, Giuseppe Eusebio (che non risulta tra gli indagati), e Fiduccia: "Dalì è con Miccichè" e poi sottolineava che a causa delle presunte pressioni "stiamo diventando assai" e "a Palermo ci ne volevamo 5 e ci n'è 25".

"Sta diventando l'ufficio di collocamento di Forza Italia"

Il 15 febbraio Tafuri parla con Dalì e nella discussione si sarebbero lamentati delle "continue segnalazioni di personale da assumere in Ast provenienti da influenti esponenti politici di Forza Italia. Dalì dice - riportano gli inquirenti - di aver risposto a Miccichè che qui sta diventando 'l'ufficio di collocamento di Forza Italia, nella loro testa, diciamo'".

"Mi ha chiamato Miccichè..."

Il 19 febbraio Dalì diceva a Fiduccia di essere stato contattato da "Miccichè che gli avrebbe detto di avere bisogno 'di una posizione su Trapani, di una su Enna, che si sposta dove va lui, e una su Palermo'" e Fiduccia avrebbe risposto: "Semu cu u bicchiere superchiu... ce n'è coccu 15 superchiu rispetto a quanti sono, ma che stiamo scherzando" e Dalì: "E dimmi come dobbiamo fare perché lo dobbiamo fare... un progetto di lavoro, una cosa dove sei mancante tu come Ast...".

"E' a politica chidda chi fa i carti"

Fiduccia in un'altra circostanza sosteneva "che il sistema delle assunzioni in Ast è guidato dalla 'politica, io sugnu u direttore, ogni tanto qualcuno lo posso infilare... Comu politico o Miccichè o u presidente r'a Regione, chisti so i chiù..." e confidava di avere anche "una lista di gente i Marineo, chiddi, paesi vicini, amici, parenti di amici... però se lei trova la mano politica prima - suggeriva al suo interlocutore - mi aiuta cioè è a politica chidda chi fa i carti, va parramunni chiaru... Già semo oltre il numero che avimo a pigliare".

"Qua la cosa è scappata di mano, c'è un macello"

Il 26 febbraio sempre Fiduccia diceva: "Qua purtroppo la cosa è scappata di mano, c'è un macello... ce ne sono 25, fatti il conto, non sanno più dove metterli, andare a spendere un bordello, noi già paghiamo 500 mila euro al mese per questi interinali, non è che si rendono conto... io non è che sono il padrone, questo è un discorso politico".

"Se mi puoi risolvere un problema..."

L'11 marzo sarebbe stato nuovamente contattato per conto dell'ex assessore Grasso dal coordinatore della segreteria particolare di Mario Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, Giuseppe Li Volti: "Se mi può risolvere stu problema di F... nun ti siddiare, autorizzalo (a fare lo smart working, ndr)". Fiduccia allora avrebbe rimarcato di essere in ritardo con i pagamenti degli stipendi, sollecitando quindi la Regione. E il 18 marzo Li Volti gli chiedeva: "Stamattina li hai visti 'sti soldi" e aggiungeva: "Il primio decreto che sta uscendo del 2020 è il tuo". A quel punto Fiduccia avrebbe autorizzato il dipendente a lavorare da casa, anche se la sua mansione non sarebbe stata compatibile con lo smart working.

"Chista è richiesta politica..."

I finanzieri hanno poi registrato le lamentele a Dalì di un dipendente che sarebbe stato messo fuori dalla turnazione. Dalì avrebbe chiamato Fiduccia dicendo "richiesta politica che è chissa ri mettere a chistu nda turnazione e chista t'a faccio... sta richiesta picchì è uno che mi ritrovo quando mi serve".

Le presunte chiamate dei deputati

Tafuri sarebbe stato poi contattato da Roberto Di Mauro, deputato all'Ars, per due interinali di Gela che secondo il politico "vorrebbero andare a Palermo". In un'altra conversazione, il 15 settembre 2020, Dalì esortava Fiduccia a inventarsi "uno stage, un contratto, una cosa per inserire una ragazza", dicendo "che la segnalazione proviene dal deputato regionale Riccardo Antonio Gallo Afflitto", riportano gli inquirenti, chiedendo di fargli il "regalo di 'sta ragazza".

"All'Ars mi hanno dato nu bello papello"

Il 22 settembre Fiduccia racconta di essere stato all'Ars e di aver ricevuto "un papello": "Allora mi mannaru a chiamare all'Ars e mi riettero nu bellu papello però un ne sanno menomale ca mi rettero a busta all'Ars" e fa i nomi di 50 persone da assumere, aggiungendo che "chiddi ri Eusebio (Dalì, ndr) i lassamo a casa picchì devono capire che devono... il lavoro è una cosa seria" e cita un lavoratore che sarebbe stato segnalato dall'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, che si sarebbe rivelato "un cretino, una testa di caz..".

"L'importante è ca nun pigliamo piccioli..."

Infine in un'intercettazione Dalì dice a Fiduccia: "Secondo tutta la Sicilia, io e tu diamo posti di lavoro a tutti" e Fiduccia replicava: "L'importante è ca nun pigliamo piccioli, cose che facevano in passato".
 

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