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VIDEO | Risanamento e minori, la denuncia di Clelia Marano: "Non esiste un censimento delle donne sole con bambini"

L'assistente sociale e membro della segreteria nazionale di Unione Inquilini segnala le criticità legate alle baracche e le lacune nelle procedure di sgombero delle aree

Assenza di un censimento delle donne sole con minori nelle aree di risanamento e mancanza di un piano legato all'inidividuazione dei bisogni delle categorie vulnerabili. A lanciare l'allarme sulla situazione dei servizi sociali a Messina e sulla condizione dei minori è Clelia Marano, membro della segreteria nazionale di Unione Inquilini, ascoltata durante le audizioni della Commissione antimafia all'Ars che si sono svolte lunedì 13 dicembre all'Istituto "G. Catalfamo" di Messina.

Uno scenario sconfortante, quello tracciato dall'assistente sociale, che si aggiunge alla mancanza di una programmazione da parte dell'amministrazione comunale dei servizi destinati ai minori. "Non esiste un censimento delle donne sole con minori nelle aree di risanamento e quindi non possiamo sapere quali bisogni hanno e intervenire per soddisfarli - ha spiegato Marano - Il sindaco deve occuparsi di questa questione. Dalle baracche i primi a dover uscire per legge sono, infatti, le categorie vulnerabili ma ancora questa strada non è stata intrapresa". 

Le criticità legate alla gestione dei minori si inserisce nella più ampia organizzazione da parte del dipartimento per le politiche sociali oggetto di polemiche nelle ultime settimane soprattutto per quanto riguarda la questione del Centro affidi. "Abbiamo minori nel limbo, senza identità, senza famiglia che spesso vengono rimandati a quelle di origine - prosegue Marano - Quello che è accaduto al centro affidi è uno scandalo che non dovrebbe mai accadare verso gli adulti e meno che mai verso i minori. Gli assistenti sociali devono tutelare e sostenere i minori. Le colleghe sono poche e sono mal distributite e la colpa è di chi dovrebbe organizzare i servizi sociali". 

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Fra i temi toccati nel corso dell'audizione anche quello legato a "Liberi di scegliere", un progetto di cui è stata capofila la Calabria per l'affidamento dei minori figli di mafiosi e che potrebbe essere adottato anche in Sicilia. "Il minore viene allontanato dalla famiglia mafiosa o legata ad attività criminali e diventa oggetto di dissuasione nei confronti della famiglia - ha sottolineato Marano - Lo considero una barbarie perché i minori sono tutti uguali e hanno le stesse aspirazioni, cambiano i mezzi ma non i fini. Allontanare i figli dalla famiglia è una barbarie. Il minore da soggetto non può diventare strumento di dissuasione". 

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