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Cronaca

Don Blasco, cantiere fermo e lavoratori licenziati: sindacati e impresa sul piede di guerra

L'incontro al vetriolo fra comune, vertici aziendali e sindacato dei lavoratori che da luglio del 2022 sono in cassa integrazione e a febbraio sono stati licenziati

Con lo stop dei cantieri di via Don Blasco, a causa di un problema di interferenze sul tracciato dei lavori di viale Gazzi in concomitanza dell'approdo delle Ferrovie dello Stato, sono state pesanti le ripercussioni per i lavoratori, da luglio del 2022 in cassa integrazione e oggi a rischio licenziamento.  Nessun accordo, infatti, è stato trovato dopo l'incontro che si è tenuto oggi a Palazzo Zanca fra i sindacalisti della Filca Cisl, l'amministrazione comunale e i rappresentanti legali dell'impresa esecutrice dei lavori. 

"Abbiamo fatto tutto quanto necessario per garantire ai lavoratori le dovute tutele, esperendo gli opportuni procedimenti, dalla Cigo fino al licenziamento per giustificato motivo oggettivo affinché potessero usufruire degli ammortizzatori sociali" ha spiegato Lucia Rosella, consulente del lavoro dell'impresa. "L'intervento dei sindacalisti - che hanno più volte “minacciato “ azioni legali ai danni dell’impresa - invece, ci lascia basiti e con un amaro in bocca soprattutto perché abbiamo assistito ad un maldestro tentativo dei sindacati di “aizzare” gli operai contro l’azienda anziché orientarli verso la richiesta di disoccupazione momentanea in vista dell’imminente riassunzione”, ha proseguito Consuelo Basile, avvocato dell'impresa.  

"Il nostro impegno in favore dei lavoratori e non contro loro è indubbio",  ha spiegato Nino Botta segretario della Filca Cisl. "Tuttavia bisogna sottolineare che i dipendenti dell'impresa non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione individuale di licenziamento ma risale al 3 febbraio l'avviso delle sole parti sociali in merito", prosegue. "L'azienda non ha rispettato la procedura di licenziamento collettivo previsto dalla legge e dopo il termine del periodo di cassa integrazione, il 31 gennaio, i lavoratori hanno voluto aspettare un confronto con le parti prima di richiedere qualsiasi altra forma di indennità, per capire quale sarebbe stato il loro futuro lavorativo nel cantiere", sottolinea Botta. 

"Questa mattina, invece, la minaccia è stata fatta dall'impresa che, davanti alle nostre richieste di spiegazione sulla mancanza della comunicazione in merito al licenziamento, ha sostenuto di poter assumere con la ripartenza del cantiere i lavoratori che avessero rinunciato a presentare contestazioni sul licenziamento", ha sottolineato Botta. "La nostra richiesta è quella di trovare un accordo fra le parti per i mesi di febbraio e marzo, durante i quali i nostri lavoratori non riceveranno lo stipendio", spiega ancora Botta. 

Intanto, secondo le rassicurazioni del vicesindaco Salvatore Mondello, entro la prima decade di aprile il cantiere dovrebbe ripartire con la sistemazione, entro la fine del mese di marzo, delle interferenze.  

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