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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Lavora 16 anni con contratti a termine senza l'assunzione definitiva: condannata Rfi

Per il dipendente della società il giudice ha disposto l'assunzione e chiesto il risarcimento danni. "Uno spiraglio per gli altri lavoratori tenuti in bilico dall'azienda", commenta l'avvocato Belfiore

Sedici anni di lavoro per la stessa azienda, con una serie di contratti di assunzioni e successivi licenziamenti, senza una prospettiva di stabilizzazione definitiva. Dovrà essere assunto a tempo indeterminato con qualifica di operaio motorista ed essere risarcito degli anni durante i quali si è visto negato il diritto di conversione del contratto il dipendente di Rfi che ha vinto il ricorso contro l'azienda.

A mettere nero su bianco la sentenza storica il giudice del lavoro Valeria Todaro del tribunale di Messina, che ha condannato Rfi e la modalità di reclutamento a rotazione nelle medesime mansioni con contratto a tempo determinato per esigenze non straordinarie ma permanenti e durevoli. A sostenere che il sistema di reclutamento dell'azienda sia frodatorio sono stati gli avvocati Aurora Notarianni e Maria Grazia Belfiore dello studio Legalilavoro.

Il modus operandi di Rfi, infatti, è quello di coprire le carenze di organico tramite il frazionamento dei rapporti di lavoro per impedire il raggiungimento di un anno di attività ininterrotta per un lavoratore con cui vengono invece stipulati contratti di 78 giorni. Alla loro scedenza il lavoratore viene sostituito con un altro in possesso della medesima qualifica per svolgere la stessa attività del precedente.

"L’intento fraudolento può qui essere ravvisato, considerato che la società ha utilizzato tale modalità in via continuativa anche dal 2007 al 2017, assumendo il ricorrente per circa tre mesi l’anno, ma ogni anno, nel medesimo servizio e con le stesse mansioni. Inoltre, in detto periodo essa risulta aver operato analogamente con altri lavoratori per coprire i restanti mesi dell’anno, attuando sostanzialmente un sistema di rotazione fra più dipendenti temporanei per provvedere alle esigenze permanenti della tratta", si legge nella sentenza. 

La società è stata condannata a corrispondere un’indennità risarcitoria pari a dodici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, nonchè a rimborsare metà delle spese del giudizio. 

"La recente sentenza del tribunale di Messina, sezione lavoro, in materia di lavoro marittimo rende giustizia a una moltitudine di lavoratori marittimi che per tanti anni sono stati ostaggio di un sistema di reclutamento abusivo e frodatorio, costretti ad una insostenibile situazione di precariato lavorativo senza prospettive di soluzione", spiega l'avvocato Belfiore.

"Oggi è stato finalmente aperto uno spiraglio che fa ben sperare per i tanti lavoratori marittimi ancora senza stabile collocazione lavorativa, in quanto si è finalmente ottenuto un primo riconoscimento della illegittimità dell’intero sistema di reclutamento utilizzato dalla società RFI a copertura delle stabili esigenze di forza lavoro come sostenuto ormai da molti anni dal nostro studio legale", conclude. 

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