Omicidio Lorena Quaranta, la famiglia chiede oltre 2 milioni di risarcimento
Il calcolo dei danni presentato dagli avvocati a poco meno di un mese dalla richiesta del pm di condannare all'ergastolo l'ex compagno della giovane. A fine mese attesa la sentenza di primo grado sull'omicidio avvenuto nel 2020 a Furci Siculo
Due miloni e mezzo di risarcimento per quanto subito. Questa è la cifra che la famiglia Quaranta ha chiesto, tramite il legale Giuseppe Barba, per l'omicidio di Lorena, la ragazza uccisa nel marzo 2020 a Furci Siculo. Per il delitto è attualmente imputato Antonio De Pace, fidanzato della giovane, per il quale lo scorso mese il pm ha chiesto la massima pena dell'ergastolo. La sentenza in primo grado è attesa per fine mese. I genitori e i tre fratelli di Lorena hanno chiesto anche una provvisionale da 250mila euro. Parte civile otto associazioni attive contro la violenza sulle donne.
Lo scorso febbraio De Pace era stato dichiarato capace di intendere e di volere e quindi imputabile, al termine della perizia effettuata per conto della Procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva evidenziato l'assenza di "disturbi psichitriaci" nel ragazzo di origini calabresi, all'epoca dei fatti vittima di una "importante condizione ansiosa".
La vicenda
La notte del 31 marzo Lorena Quaranta è morta dopo essere stata strangolata. Tutto questo al termine di una lite con il fidanzato, iniziata la sera prima e terminata poi in tragedia nell'appartamento di Furci Siculo in cui i due abitavano. Poi il tentativo di suicidio di De Pace che si è procurato dei tagli prima di chiamare i carabinieri. Alla base sembra esserci una sola "giustificazione", inusuale quanto agghiacciante: uno stato d'ansia che da giorni avrebbe tormentato il 27enne, provocato dalla paura di essere stato contagiato dal coronavirus insieme alla stessa Lorena. Ipotesi successivamente smentita dai tamponi effettuati su entrambi dal personale sanitario.