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Cronaca

Spostamenti vietati, mamma messinese: "Ho bisogno di rivedere mio figlio"

Il ragazzo lavora da mesi come infermiere al Nord tra le corsie dove si sono registrate numerose vittime da Covid. La madre: "Facciamo tornare i nostri eroi". Il sindaco di Lentini ha scritto al premier Giuseppe Conte

Non sono poche le segnalazioni di madri, anche messinesi, che attendono il ritorno dei loro ragazzi dal Nord impegnati come medici e infermieri tra le corsie degli ospedali. Mesi di ansia, di angoscia senza poter rivedere i propri cari in questa emergenza. Non possono abbracciarli anche per pochi giorni per via del mantenimento del blocco sugli spostamenti pure nella Fase 2. Una madre ha scritto a Messina Today volendo mantenere l'anonimato e dopo averla sentita al telefono (il figlio lavora al Nord come infermiere) ci ha detto: "Il 9 marzo come tutte le sere l'ho chiamato, lui è un ragazzo allegro, sempre tranquillo, sdrammatizza sempre ma quella sera era stanco, distrutto, mi ha detto mamma troppi morti ci sono!  Quella sera è stata la prima volta che ho capito la gravità della cosa, non sapete quante notti insonni che ho fatto pensando a tutto quello che stava succedendo e a mio figlio che è lì. Ho bisogno di rivederlo".

In Sicilia il sindaco di Lentini Saverio Bosco ha scritto al premier Giuseppe Conte: “Non si può non notare, che dietro i camici e le mascherine di questi nuovi “eroi”, ci sono i volti dei nostri migliori giovani, tantissimi infermieri, medici, assistenti, poco più che trentenni, che hanno dimostrato di far parte di una generazione, forse troppo sottovalutata e bistrattata – si legge – non si può, inoltre, non notare che nella maggior parte dei casi si tratta della “meglio gioventù” meridionale, che si trova a combattere in corsia, lontana da casa e dai propri affetti. Da trent’anni a questa parte, per i “cervelli in fuga” che hanno arricchito la sanità lombarda, veneta, emiliana, non c’è stato posto negli ospedali della Sicilia, della Calabria, della Basilicata, della Campania, della Puglia, prima li abbiamo formati, poi li abbiamo praticamente cacciati via”. La richiesta è di attuare un Piano di mobilità straordinario per il personale sanitario del Mezzogiorno. Non sono solo "eroi", sono anche dei figli. 

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