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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Tortorici

Mafia, sequestrata una società e beni per 200mila euro a esponente dei "batanesi"

Nel mirino dei Ros Vincenzo Galati Giordano nell'ambito dell'operazione "Nebrodi". Sotto chiave una ditta utilizzata per reperire fondi europei, un appartamento, un'auto e otto conti bancari

Una società, un appartamento, un'auto e otto rapporti bancari. Questo è quanto stato sequestrato dai Ros dei carabinieri a Vincenzo Galati Giordano, appartenente al clan dei “batanesi” e operante a Tortorici. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Messina, sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia.

Il sequestro segue l'operazione "Nebrodi" con cui i carabinieri hanno documentato come i batanesi, a seguito della disarticolazione della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto avevano progressivamente esteso il loro controllo sul territorio dei Nebrodi e della fascia tirrenica messinese, all’area di Montalbano Elicona, un tempo controllata dai barcellonesi insediando una loro “cellula” nel territorio di Centuripe, funzionale alle relazioni con esponenti del clan etneo Cappello, e inserendosi in alcune dinamiche criminali anche nelle aree di Regalbuto e di Catenanuova, ove sono stati censiti rapporti con esponenti della criminalità organizzata locale e catanese.

Le indagini, inoltre, avevano evidenziato che la suddetta consorteria aveva sviluppato rapporti, funzionali agli illeciti scopi associativi, con altre consorterie mafiose a livello provinciale e ultra-provinciale.

Tre le varie attività delittuose, è emersa un’ampia e collaudata strategia per la commissionedi plurime truffe finalizzate all’indebita percezione di rilevanti contributi europei, erogati
dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (A.G.E.A.) a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia. Vincenzo Galati Giordano, raggiunto il 15 gennaio 2020 da custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell’ambito della citata operazione Nebrodi - è risultato figura di rilievo dei “batanesi”, tanto da averne retto le fila durante il periodo di detenzione di Sebastiano Bontempo, capo del citato gruppo criminale.

L’appartenenza dell’interessato al sodalizio mafioso è, peraltro, sancita dalle sentenze definitive relative alle indagini Mare Nostrum e Montagna. Il sequestro ha riguardato una società agricola utilizzata per l’indebita percezione di contributi economici comunitari erogati dall’AGEA, un appartamento, un’autovettura e otto rapporti bancari per un valore complessivo stimato di oltre 210mila euro.

Il provvedimento si inserisce in un’ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che l’Arma dei aarabinieri sta conducendo nel Distretto di Messina sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.

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