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Cronaca Duomo

Aumento povertà e disoccupazione: la mobilitazione nazionale anche in riva allo Stretto

Scongiurare la chiusura delle attività e stanziare più fondi per giovani e famiglie: sabato in piazza per ribadire la necessità di misure economiche più adeguate contro l'emergenza economica causata dal coronavirus

Lavoratori, disoccupati e senza casa per reagire contro la chiusura di molte attività "sacrificabili". L'appuntamento è sabato 24 ottobre alle 10.30 a Piazza Unione Europea per chiedere investimenti immediati per il settore del territorio, per la sicurezza di villagi, scuole e abitati, per le strutture sanitarie, per la formazione dei disoccupati, per la sicurezza nei luoghi di lavoro e per garantire casa, lavoro e dignità a tutti. La manifestazione è organizzata dal movimento Si Cobas Messina e Fronte popolare autorganizzato. 

"Il Governo Nazionale sta reagendo alla risalita dei contagi con misure che stanno imponendo nuovamente la chiusura di molte attività. Ma come accaduto anche nei mesi precedenti, a chiudere non sono le grosse multinazionali o le aziende che fanno riferimento a Confindustria.  Gli ultimi decreti impongono la chiusura delle attività sacrificabili. Quelle commerciali e artigianali, che in Sicilia e a Messina rappresentano un pezzo fondamentale del tessuto produttivo. Questo potrebbe tradursi immediatamente – soprattutto da noi – in un aumento del numero di cittadini senza lavoro. Come se già i numeri su disoccupazione e povertà non fossero già abbastanza allarmanti", si legge nella nota degli organizzatori dell'evento per la città dello Stretto. 

"Lo stesso Governo, contemporaneamente, decide deliberatamente di non investire sul potenziamento della sanità soprattutto quella territoriale.  Anche se sappiamo (e sanno) che  solo attraverso questo potenziamento, che si  può fronteggiare con efficienza la crisi sanitaria. Ma soprattutto dal sud vengono chiesti a gran voce investimenti nell'edilizia scolastica, nelle infrastrutture di prossimità e per la messa in sicurezza del territorio.  Richieste che questo Governo non vuole recepire. Neanche adesso che si prepara a ricevere i 200miliardi del Recovery Fund. Questa enorme massa di denaro già nel 2021 dovrebbe arrivare nelle casse dello Stato che proverà a indirizzarlo nelle tasche dei soliti. Industria 4.0, grandi opere e spese militari. E ancora una volta dei soldi a debito stanziati per uscire dalla crisi verranno usati per ingrassare le tasche dei padroni. Poco o niente verrà utilizzato per garantire a tutti un tetto sulla testa e un lavoro sicuro e dignitoso", si legge ancora. "Di fronte a questo le istituzioni locali non sembrano essere all’altezza della sfida che il presente ci pone davanti. Per il Recovery plan, il Presidente della Regione Sicilia, Musumeci non ha presentato nessun progetto utile al nostro territorio ed il Sindaco di Messina Cateno De Luca ha presentato gli stessi progetti che prova a finanziare e che promette di far partire da quando non era ancora sindaco. Questo è prova del fatto che nonostante l’apparenza, anche questa volta la nostra città non è governata da gente capace di guardare al futuro con la prospettiva di chi vuole risolvere l’emergenza abitativa, occupazionale e  quindi, sociale che Messina vive. Non possiamo fare altro, dunque, che tornare in piazza per ribadire cosa serve veramente a questa città e ai suoi abitanti", concludono

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