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Cronaca

Libertà e giustizia per la Palestina, anche Messina scende in campo: sit in alla Passeggiata a mare

L'iniziativa di partiti, sindacati e associazioni per ribadire il no all'annessione e all'occupazione dei territori e alla vendita di armi al governo israeliano. Ma la Fiap avverte: “No al pregiudizio contro un intero popolo”

“La nostra battaglia non sarà completa senza la libertà del popolo palestinese”. E' con la frase di Nelson Mandela che associazioni, partiti e sindacati a Messina annunciano il sit-in alla Passeggiata a mare per ribadire il no all'annessione e all'occupazione dei territori palestinesi, alla collaborazione e alla vendita di armi al governo israeliano e il “Si” ai diritti umani sempre e ovunque e a sanzioni che “colpiscano un paese che non rispetta il diritto internazionale legalizzando l'apartheid”.

L'appuntamento domani 27 giugno alle ore 16 per raccogliere l'appello della Comunità Palestinese e dei Giovani Palestinesi di Roma. Manifestazion si svolgeranno anche a Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Ivrea, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Siracusa, Torino, Trieste, Venezia.  

“La Palestina dal 1948, dalla Nakba (catastrofe) vive una situazione indescrivibile - si legge nel comunicato -  Martedì 23 giugno l'ultimo assassinio: Ahmed Erekat di 27 anni si recava al matrimonio della sorella quando i soldati israeliani gli hanno sparato lasciandolo morire dissanguato, per la sua famiglia una festa come un matrimonio si è trasformata in funerale. Questo è il quotidiano in Palestina (Striscia di Gaza e Cisgiordania)”.

I manifestanti vogliono porre l'attenzione contro il piano "unilaterale" Trump-Netanyahu di annettere ulteriori territori palestinesi della Valle Del Giordano. Piano respinto a livello internazionale, anche dall'Onu e dall'Ue.

A scendere in campo anche a Messina, sempre solidale con il popolo palestinese, Anymore onlus, Anpi Sezione Comunale Aldo Natoli, Arci Messina Aps, Articolo Uno Messina, Assopace Palestina, BDS Messina, Cambiamo Messina dal basso, Cgil Messina,  Circolo Arci Thomas Sankara, Coordinamento donne Cgil Messina, Cub Sicilia, Fiom Cgil Messina, Flc Cgil Messina, Freedom Flottilla Italia, Link Messina - Studenti Indipendenti, Rete studenti Medi, Rifondazione comunista, #6000Sardine Messina, Sinistra Anticapitalista Sicilia, Udu Messina, UIL Messina, Unione Degli Studenti Messina.

Sulla manifestazione si registra invece la dura presa di posizione della Fiap, la Federazione Italiana Associazioni Partigiane. “Posto che noi della Fiap auspichiamo una moratoria universale sulla vendita di armi, vorremmo rilevare una contraddizione – afferma il docente universitario Antonio Matasso, presidente del comitato provinciale della Fiap – Dai soggetti promotori, tra cui vediamo sigle sindacali, partiti ed associazioni che si dicono di sinistra, mai abbiamo sentito inviti ad applicare sanzioni o ad interrompere i rapporti dell’Italia con feroci dittature e autocrazie quali Cuba, il Venezuela, la Cina, l’Iran, la Siria o l’Arabia Saudita. Costoro auspicano invece il boicottaggio sistematico di Israele, che è l’unica democrazia in tutto il Medio Oriente, in cui i cittadini di origine araba eleggono propri rappresentanti in Parlamento e beneficiano di diritti e tutele impensabili nei paesi circostanti. L’attuale leadership israeliana – conclude Matasso – è di certo espressione della destra sovranista di Netanyahu e, personalmente, la ritengo dannosa per il paese e per la prospettiva di portare a compimento l’auspicata formazione di due stati sovrani e in pace tra loro, uno ebraico ed uno palestinese. Non credo però che sia giusto criminalizzare un intero popolo, al cui interno esistono tanti critici del governo attuale, e disconoscere la presenza di uno Stato democratico e di diritto in mezzo ad una serie di corrotte e violente satrapie medio-orientali”.

La Fiap, che nel corso del mese di giugno ha omaggiato anche nel messinese le figure di Giacomo Matteotti e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, sottolinea in un comunicato “che lo Stato di Israele nacque pure grazie al cotributo dei tanti antifascisti ebrei organizzati nella Brigata Ebraica, mentre il movimento nazionale palestinese era largamente schierato dalla parte di Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Lo stesso attuale leader, Abu Mazen, che peraltro non risulta scelto da libere elezioni, si è laureato in Unione Sovietica con una tesi dal netto contenuto antisemita, in cui si minimizzava l’Olocausto e si affermava l’inferiorità biologica e sociale degli ebrei”.

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