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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Loggia Ungheria, la lista dei nomi che fa tremare anche Messina

Ci sono anche i nomi dell’ex procuratore generale di Messina Franco Cassata e di quello dell’ex presidente della Corte di Appello di Messina Nicolò Fazio, nell’elenco degli aderenti alla Loggia Ungheria di cui ha parlato l’ex legale esterno dell’Eni Piero Amara

Ci sono anche i nomi dell’ex procuratore generale di Messina Franco Cassata e di quello dell’ex presidente della Corte di Appello di Messina Nicolò Fazio, nell’elenco degli aderenti alla Loggia Ungheria di cui ha parlato l’ex legale esterno dell’Eni Piero Amara. Lo rivela Il Fatto Quotidiano dopo undici mesi di embargo, da quando è esploso lo scontro tra l’ex capo della Corrente “Autonomia e Indipendenza” Piercamillo Davigo e il suo braccio destro, l’ex procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita indicato da Amara come uno dei componenti della loggia segreta.

Il quotidiano di Marco Travaglio, ritenendo maturi i tempi della pubblicazione, a seguito del deposito delle accuse contro l’ex segretaria al Csm di Piercamillo Davigo Marcella Contraffatto, accusata di avere fatto veicolare i verbali all’esterno, ha deciso di anticipare nuovi nomi indicati da Amara come appartamenti al gruppo segreto di potere.

La sorpresa sulle nuove rivelazioni dell’avvocato Piero Amara è che, oltre Andrea Genna, avvocato di Palermo indicato dall’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano per il consiglio di amministrazione dell’Eni, a far ruotare gli interessi del colosso petrolifero in Sicilia, era un altro componente di peso della loggia segreta Ungheria, l’ex paladino Antimafia in Sicilia, Antonello Montante, condannato ora a 14 anni.

L’avvocato Amara nelle sue dichiarazioni rese al Pm Paolo Storari ha spiegato i meccanismi della nascita e della sua cooptazione nella associazione segreta, che “trova nella città di Messina”, ha spiegato Pietro Amara, “i personaggi di peso”.

Uno dei personaggi cardine dell’associazione, influente per le sue entrature massoniche, sarebbe l’avvocato messinese Enrico Caratozzolo, chiamato ad alcuni importanti incarichi di consulenza, come l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, nell’ambito del progetto di concordato della Acqua Pia Marcia, l’azienda nella quale prestava la sua attività per le relazioni pubbliche, il “lobbista” di Colleferro Fabrizio Centofanti, uomo-chiave dei rapporti con Luca Palamara verso la magistratura.

Molti dei componenti tirati in ballo da Piero Amara, che è stato indagato a Messina e la cui sentenza di patteggiamento è stata poi impugnata dal sostituto procuratore generale Felice Lima, hanno smentito la loro partecipazione alla loggia segreta. Ma il racconto, secondo Piercamillo Davigo, a partire dai rapporti con l’ex capo della procura di Caltanissetta Giovanni Tinebra, ha una sua coerenza che va indagata.  Ora le rivelazioni di Piero Amara hanno messo in crisi i rapporti interni alla Procura di Milano, un tempo considerata faro nazionale di legalità,  il procuratore capo di Francesco Greco e la sua vice Laura Pedio sono indagati a Brescia, proprio perchè non avrebbero iscritto con tempestività le rivelazioni di Amara nel registro degli indagati.     

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