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Cronaca

L'arresto di Messina Denaro, il blitz del novembre 2019 al Centro Neurolesi...

La pista della possibile presenza del boss di Cosa Nostra tra le strutture sanitarie si è rivelata quella giusta per gli investigatori, più di tre anni fa alla clinica di contrada Casazza l'arrivo del Ros dei carabinieri che avevano accerchiato i Colli San Rizzo

Era la mattina del 27 novembre 2019. E anche allora i carabinieri cercavano il superlatitante Matteo Messina Denaro in un'altra clinica. Precisamente il Centro Neurolesi di Messina a contrada Casazza sui Colli San Rizzo. Segno che le informazioni in possesso degli inquirenti sullo stato di salute precario, oggi come più di tre anni fa, dell'ultimo padrino dei Corleonesi erano corrette. Il blitz scattò all'alba intorno alle 5 e durò parecchie ore, fino al primo pomeriggio, in cui vennero monitorati ingressi, uscite e presenze all'interno del Neurolesi dove personale e pazienti restarono fermi per ore in attesa di novità guardando come extraterrestri il via vai dei militari dell'Arma del raggruppamento operativo speciale. Un clima surreale dove anche il passaggio di una mosca si sarebbe avvertito. 

Blitx al Neurolesi, ricerche su Matteo Messina Denaro

Inizialmente si parlava di ispezione dei Nas ma la vicenda con il passare delle ore assumeva contorni più importanti. La segnalazione sulla possibile presenza del boss latitante a Messina, al Neurolesi in quei giorni era ricoverato un uomo di Castelvetrano, portà alle verifiche del Dna: quel paziente non era "U siccu". Si doveva ricominciare a cercare ma la pista che portava a possibili presenze del boss tra strutture sanitarie era giusta a leggere la cronaca di oggi.

Andando indietro nel tempo nel luglio del 2006 al Neurolesi fu ricoverato Francesco Pelle, esponente di primo piano di Ndrangheta, detto "Ciccio Pakistan", che nel 2005 si era dato alla macchia. Pelle venne poi arrestato nel 2021 a Lisbona per essere estradato successivamente in Italia. Ma oltre a Pelle in provincia di Messina furono diverse le latitanze dorate dei boss mafiosi. 

Le latitanze dorate dei mafiosi nel Messinese 

Oggi l'arresto, dopo 30 anni di latitanza, di Matteo Messina Denaro a Palermo sotto il nome con documenti falsi - come si presentava alla clinica Maddalena - di Andrea Bonafede. Secondo quanto riporta PalermoToday "Il procuratore Maurizio De Lucia e l'aggiunto Paolo Guido che coordinano l'inchiesta non sarebbero rimasti sorpresi di individuare il latitante in una struttura ospedaliera, perché era noto che fosse malato. Ma la Maddalena, per le cure di alto livello che offre, è frequentata anche da tantissimi professionisti, magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine. Tuttavia nessuno si è mai accorto della presenza del "fantasma" di Cosa Nostra". 

Il Pm Paolo Guido dal 2017 portava avanti a Palermo le ricerche per scovare Messina Denaro. 

Paolo Guido, il Pm lontano dai riflettori

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