Il 12enne morto a villa Dante dopo una caduta, condannato un dipendente del Comune: risarcimento ai familiari
La sentenza pone fine alla vicenda giudiziaria sulla tragica scomparsa di Alessandro Riccina avvenuta nel lontano 2005
Si è scritta la parola fine sulla tragica morte del 12enne Alessandro Riccina, morto nel 2005 a villa Dante dopo una caduta. Il tribunale di Messina in sede civile ha condannato Francesco Fagioli, all'epoca dei fatti funzionario di Palazzo Zanca e lo stesso Comune di Messina al risarcimento danni nei confronti dei familiari dello sfortunato ragazzino. I genitori di Riccina riceveranno 822mila euro a cui si aggiungono gli interessi fin qui maturati. L'ultimo passo avanti nella vicenda giudiziaria dopo la sentenza in Appello del 2014 dove i giudici avevano già previsto un risarcimento provvisionale di 250mila euro.
La vicenda
Il 26 settembre 2005 il piccolo Alessandro è caduto nel corridoio di accesso ai locali tecnici della piscina di villa Dante. L'incidente, come appurato successivamente, è stato provocato dalla mancata posa di una lastra di protezione. Il 12enne è morto alcuni giorni dopo a causa delle ferite riportate.
Oggi dopo un primo grado lunghissimo e molto complesso, deciso dall'allora giudice monocratico Alfredo Sicuro, nei quali i genitori ed i fratelli del piccolo Alessandro sono stati assistiti dall'avvocato Gaetano Picciolo, è arrivata la sentenza definitiva. A pronunciarla il giudice Mauro Mirenna, ha posto la parola fine alla vicenda risarcitoria in sede civile, condannando Fagioli ed il Comune anche all'effettivo pagamento e tutte le spese legali liquidate sia in sede penale che in sede civile. In sede civile, il collegio difensivo è stato formato dagli avvocati Gaetano Picciolo e Marco Iacono.