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Cronaca

"Riaprite le indagini sulla morte di Attilio Manca, vogliamo giustizia"

La richiesta alla procura di Roma della famiglia dell'urologo trovato cadavere nella sua casa a Viterbo 19 anni fa

"Riaprite le indagini sulla morte di Attilio Manca". La famiglia dell'urologo trovato cadavere nella sua abitazione a Viterbo il 12 febbraio 2004 ha chiesto alla procura di Roma di riaprire, dopo 19 anni, le indagini sulla sua morte. Lo riporta l'agenzia di stampa Agi.

La denuncia "circostanziata", redatta dall'avvocato Fabio Repici, si baserebbe, oltre che sugli esiti della relazione, approvata all'unanimità, della precedente Commissione parlamentare antimafia, anche su nuovi elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini difensive svolte negli ultimi anni. 

La denuncia non è stata indirizzata solo alla procura distrettuale antimafia di Roma, ma anche a quella nazionale per il possibile coordinamento di indagine con le procure di Messina e di Palermo che in anni recenti hanno trattato procedimenti su personaggi e delitti che, secondo la famiglia Manca, potrebbero essere collegati a quello che loro ritengono l'omicidio di mafia di Attilio.

La madre: "Vogliamo giustizia"

"Ci sono voluti 19 lunghi anni perché finalmente la Commissione parlamentare antimafia sancisse che quello di Attilio è stato un omicidio. Eppure la verità era sotto gli occhi di tutti, bastava solo volerla vedere. Ma uno stato disattento, miope, a volte colluso, non ha fatto nulla per cercarla". È il commento all'Agi della signora Angela Manca, madre dell'urologo.

"Dal lontano 20 febbraio 2005, giorno in cui la Gazzetta del sud ha riportato le intercettazioni di Francesco Pastoia, in cui il boss poi suicidatosi parlava di un medico che aveva visitato Provenzano nel suo rifugio – afferma Angela Manca -, si poteva arrivare alla verità. Ma nessuno allora ha provato interesse a indagare.

Non riesco a comprendere - prosegue - chi ha avuto interesse a nascondere l'intercettazione dell'autunno 2003 dove dei fedelissimi di Provenzano hanno ripetuto per diverse volte: 'Dobbiamo fare la doccia al dottore'. Nel frattempo anche Monica Mileti, accusata di aver ceduto la droga ad Attilio, è stata assolta perché il fatto non sussiste. 

Noi in questi anni – spiega amaramente la madre dell'urologo - siamo stati lasciati soli, abbandonati da quello stesso stato che dovrebbe proteggere tutti i cittadini. Abbiamo dovuto lottare con tutte le nostre forze per difendere e proteggere la memoria di Attilio. Abbiamo subito soprusi, minacce, violenze verbali, atti vandalici.

Adesso che si è stabilito che quello di Attilio è stato un omicidio, sono fiduciosa che la procura di Roma farà degli accertamenti serie approfonditi per arrivare alla verità anche in sede giudiziaria. Con l'apertura di un processo noi genitori potremo avere un po' di serenità e almeno morire – conclude Angela Manca - con la speranza che gli assassini e soprattutto i mandanti vengano consegnati alla giustizia".

Fonte ViterboToday

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