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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Addio a Monica Vitti, trascorse l'infanzia a Messina

La famosissima attrice italiana aveva 90 anni, fu la 'musa' di Antonioni. Da bambina si è trasferita in riva allo Stretto per impegni lavorativi del padre

Si è spenta a 90 anni Monica Vitti, tra le più apprezzate attrici del cinema italiano. All'anagrafe, Maria Luisa Ceciarelli, la Vitti era nata a Roma il 3 novembre del 1931, aveva compiuto da poco 90 anni.  L'annuncio della morte della famosissima attrice italiana, con alle spalle quasi 40 anni i carriera, è stato dato via twitter da Walter Veltroni. "Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c'è più. Lo faccio con grande dolre, affetto, rimpianto''.

Il suo nome è legato a Messina. In riva allo Stretto Monica Vitti da bambina ha infatti trascorso otto anni per impegni lavorativi del padre, Ispettore del Commercio Estero. E a Messina si trovò a girare il film “L’Avventura” di Michelangelo Antonioni. La pellicola, presentata al Festival di Cannes del 1960, si aggiudicò il Premio Speciale della Giuria. Molte scene furono girate anche in provincia: sia alle Eolie che nei comuni di Taormina e Caselvecchio Siculo.

Da molti anni si era ritirata dalle scene per ragioni personali conducendo una vita riservata con il marito. Grazie alle diverse interpretazioni, Monica Vitti, la ribelle, è diventata nel tempo una sorta di esempio per tante donne, un simbolo di emancipazione.

Un lungo applauso in sala stampa a Sanremo ha accolto la notizia della morte di Monica Vitti. Amadeus, il direttore di Rai1 Stefano Coletta e tutti i presenti in sala hanno reso omaggio all'attrice alla voce roca, sensuale, che l'ha resa famosa in Italia e all'estero.

Monica Vitti ha vissuto da piccola anche a Messina dove veniva chiamata 'sette vistini' (sette sottanine, in siciliano) perché si vestiva a strati essendo freddolosa. Un soprannome che l'ha sempre accompagnata nella vita. A consigliarle di cambiare il nome di battesimo in Monica Vitti, fu Sergio Tofano, subito dopo essersi diplomata all'Accademia d'arte drammatica di Roma. Il grande lancio come attrice è opera di Antonioni con cui ebbe anche un lungo legame sentimentale.

È stata anche una brava doppiatrice. Ma poi, Mario Monicelli si convinse che la bella Monica Vitti poteva essere oltre a una brava attrice drammatica, anche una interprete di ruoli brillanti. Da quel momento in poi sono tantissimi i ruoli che Monica Vitti ha interpretato, e sempre con grande bravura, spaziando dalla commedia brillante, al genere drammatico. Una personalità, la sua, che le ha permesso di reggere il confronto con attori maschi del calibro di Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, considerati i "re" della commedia brillante. È stata anche in tv, Monica Vitti, dove fra le tante apparizioni, si ricordano quelle accanto a Raffaella Carrà e Mina in Milleluci, e nel "Il cilindro" di De Filippo. Nella sua lunga carriera ha vinto cinque David di Donatello, tre nastri d'argento, dodici globi d'oro, un ciak d'oro, un Leone d'oro alla carriera e tanti altri.

Monica Vitti, nome d'arte di Maria Luisa Ceciarelli, era nata a Roma il 3 novembre 1931. Ha esordito nel cinema, dopo alcune esperienze sui palcoscenici teatrali, nel 1954, imponendosi poi all'attenzione internazionale per le interpretazioni nei film di Michelangelo Antonioni "L'avventura" (1960), "La notte" (1960), "L'eclisse" (1962) e "Deserto rosso" (1964).

Ha poi lavorato soprattutto come attrice brillante mettendo in luce una notevole vivacità e ricchezza espressiva e dando vita a personaggi rappresentativi anche da un punto di vista sociologico. Tra i suoi film spiccano: "Modesty Blaise" (1966); "Ti ho sposato per allegria" (1967); "La ragazza con la pistola" (1968); "Amore mio, aiutami" (1969); "Ninì Tirabusciò" (1970); "Polvere di stelle" (1973); "Tosca" (1973); "Teresa la ladra" (1973); "Io so che tu sai che io so" (1982); "Flirt" (1983); "Scandalo segreto" (1990, di cui è stata anche sceneggiatrice e regista).

Alla vena brillante hanno fatto eccezione tre sole interpretazioni: "La pacifista" di Miklós Jancsó (1971), "Il fantasma della libertà" di Luis Buñuel (1974) e "Il mistero di Oberwald" (1981) di Antonioni. Nel 1995 ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

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