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Cronaca

La morte a scuola dell'operaio Caponata, citati in giudizio anche Comune e ministero della Pubblica istruzione

Sono chiamati a risarcire, eventualmente in solido con gli imputati, la costituita parte civile di tutti i danni subiti. L'udienza l’11 febbraio dinanzi al Tribunale Monocratico

Il ministero della pubblica istruzione ed il sindaco di Messina, nella qualità di responsabile civile del Comune di Messina, citati in giudizio al processo, davanti al giudice monocratico, per l’incidente di Giovanni Caponata, l’operaio morto il 10 ottobre 2019 mentre lavorava all’interno della scuola Cannizzaro-Galatti di Messina.

Il legale della famiglia Nico Cacia li ha invitati a costituirsi alla prima udienza dell’11 febbraio dinanzi al Tribunale Monocratico di Messina, II sezione penale, giudice Rita Sergi.

A giugno, il giudice per l’udienza preliminare Monia De Francesco aveva accolto la richiesta del pubblico ministero e rinviato a giudizio il dirigente comunale alle manutenzioni Francesco Maria Ajello, la dirigente dell’istituto Giovanna Egle Candida Cacciola, il Rup Vincenzo Garufi e l’assistente di cantiere Giuseppe Russo.

Comune e ministero sono ora chiamati al fine di risarcire, eventualmente in solido con gli imputati, la costituita parte civile Rosario Caponata di tutti i danni subiti in conseguenza del commesso reato.

Secondo gli avvocati della famiglia e la procura le mancate misure di sicurezza del cantiere sono all’origine dell’incidente mortale. Caponata, impiegato in uno dei cantieri di lavoro avviati dal Comune, era salito su una scala per tinteggiare la parete di un’aula senza le protezioni adeguate e senza vigilanza.  Anche la scala impiegata non era sistemata "in modo da garantire la stabilità durante l’impiego e che la stessa, comportando pericolo di sbandamento dovuto anche alla altezza, fosse adeguatamente assicurata o trattenuta al piede da persona" né al lavoratore erano stati forniti  " altri dispositivi né sistemi di protezione contro le cadute dall’alto".

Un impatto violento, quello causato dalla caduta, che lo ha costretto al ricovero immediato in ospedale, dove è morto dopo 9 giorni a soli 56 anni.

Sarà ora il dibattimento a vagliare i ruoli e le responsabilità degli imputati, difesi dagli avvocati Antonello Scordo, Massimiliano Fabio, Tommaso Autru Ryolo, Alessandro Billè e Domenico Restuccia. Difensore di parte civile anche l'avvocato Maria Puliatti.

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