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Cronaca Caronia

Viviana e Gioele, dai falsi avvistamenti alla tragedia: quelle tante domande senza risposta

Una storia che rischia di rimanere un mistero. I primi accertamenti della Scientifica rafforzano l'ipotesi omicidio-suicidio. La speranza di nuove certezze dall'autopsia sui resti del bimbo

La scomparsa che nelle prime ore sembra solo una fuga, i ripetuti falsi avvistamenti che portano per alcuni giorni familiari e inquirenti sulla pista sbagliata e poi le terribili scoperte dei corpi martoriati di Viviana e Gioele che adesso si tenta di far parlare il più possibile con esami e rilievi di polizia scientifica e medici legali. In mezzo tanti punti interrogativi di una storia che ha coinvolto un'intera nazione e che ha reso ancor più amara un'estate già ferita dalla continua minaccia Covid. 

L'esperto: "Potevano essere trovati il giorno dopo la scomparsa"

Sono ore di attesa quelle trascorse da Daniele Mondello e dalla famiglia di Viviana Parisi. La settimana appena iniziata potrebbe mettere nuovi tasselli utili alla risoluzione di un rebus fin qui troppo intricato. Martedì al Policlinico verrà eseguita l'autopsia sui resti di Gioele, ritrovato mercoledì scorso dal volontario-eroe Giuseppe Di Bello. A condurre l'esame i medici legali Elvira Ventura Spagnolo e Daniela Sapienza che già avevano analizzato il cadavere della 43enne insieme all'entomologo Stefano Vanin. Ma le prive verifiche sono state condotte già nel week-end appena trascorso: sabato sono stati analizzati i luoghi del ritrovamento dei due cadaveri, distanti circa 300 metri nel bosco di Caronia mentre a Palermo la Scientifica ha effettuato i test per estrarre il Dna dai vestiti indossati dalla donna al momento della morte. 

Gioele e Viviana, Venetico prega accanto ai Mondello
 

Sempre più probabile l'ipotesi omicidio-suicidio

E proprio dal lavoro degli uomini della Scientifica, sul cadavere della deejay e sui tessuti, ha preso decisamente forza l'ipotesi dell'omicidio-suicidio. Una pista seguita fin da subito dal procuratore Angelo Cavallo, ma che adesso trova maggiori conferme dal lavoro degli investigatori. La posizione a faccia in giù del cadavere di Viviana, a circa tre metri dal traliccio, e le lesioni riportate alla colonna vertebrale, sono compatibili con la caduta dall'alto avvenuta in modo volontario. La 43enne si sarebbe quindi tolta la vita dopo aver ucciso il figlioletto, ritrovato tra i rovi di una collinetta verosimilmente trasportato dagli animali selvatici. Una tesi che la famiglia, tramite i legali Venuti e Mondello, continua a rifiutare optando per l'incidente: Viviana è scivolata dal pilone sui cui era salita per cercare di avvistare Gioele che si sarebbe allontanato nella campagna. 

Il tempo perso seguendo la falsa pista di Giardini Naxos

In attesa che gli esami di forze dell'ordine e specialisti diano più risposte possibili, resta l'atroce interrogativo sul tempo perso a cercare Viviana e Gioele altrove. Tre giorni dopo la scomparsa, era stata segnalata più volte la presenza della donna e del bimbo a Giardini Naxos. Alcune persone erano convinte di averli visti entrambi prima in un parco, poi sul lungomare e infine nell'ambulatorio di una guardia medica. Quest'ultimo presunto avvistamento era stato giudicato il più credibile vista la testimonianza diretta della dottoressa di turno che aveva detto ai carabinieri di aver dato assistenza a una donna con l'aspetto trasandato che chiedeva cure per il suo bimbo febbricitante, salvo poi andare via alla richiesta di documenti. Ma le telecamere di videosorveglianza hanno trasformato la speranza in illusione.

E proprio a Giardini inquirenti e familiari hanno trascorso intere giornate dietro una pista che si è rivelata errata. Lo stesso giorno in cui è stato trovato il cadavere della 43enne, nel mare della cittadina jonica era stato avvistato il corpo senza vita del funzionario comunale Giovanni Coco. Una terribile coincidenza. Segnalazioni false che hanno illuso i parenti e fatto perdere tempo prezioso alle forze dell'ordine anche se Caronia non ha mai smesso di essere la zona più battuta dalle ricerche. Ma senza la parentesi di Giardini Naxos, magari i corpi di madre e figlio si sarebbero potuti trovare prima e in condizioni idonee a rendere più utili i successivi accertamenti clinici. 

Se quell'uomo avesse fermato Viviana in autostrada

Qualsiasi verdetto chiuderà questa tragedia non cancellerà però quell'interrogativo che in tanti si sono posti, a partire dai familiari: perché chi ha visto Viviana scavalcare il guardrail con il bimbo in braccio non è intervenuto? Se fosse stata fermata e magari rassicurata, da quell'uomo che ha detto di aver provato a parlarle, tutto questo forse non sarebbe successo. Domande inutili ma legittime a cui si uniscono le perplessità sul comportamento dei "super testimoni" del Nord che hanno scelto il silenzio per due lunghissime settimane. 

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