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Cronaca

Morte Ylenia, il giudice Mastroeni: “Sei rimasta sola e stritolata, Dio consoli tua madre”

L'amaro ricordo del Gip autore della sentenza di condanna all'ex fidanzato che le aveva dato fuoco. “Nei tuoi occhi c'era la voglia di provarci a costo di sbattere, una ricerca indomita del sogno, per sbagliato che fosse. Rispetto il coraggio che c'era e il prezzo che hai pagato”

Era il giorno di San Valentino quando nel 2018 uscì la sentenza sul caso Ylenia Bonavera, la giovane morta ieri in circostanze ancora da chiarire ma già nota alle cronache di tutta Italia dopo che il fidanzato le ha dato fuoco.

Una sentenza definita da Selvaggia Lucarelli “il miglior bigliettino d’amore”, “l’omaggio più nobile e splendente alle donne”. A scriverlo era stato, il giudice Salvatore Mastroeni, tra le righe di una sentenza che ha spiegato senza “giudicare” la difesa ad oltranza della giovane Ylenia al fidanzato che l’aveva aggredita.

“La sua ricostruzione è tra il surreale e l’incredibile – aveva scritto Mastroeni -  in un soggetto fragile che avrebbe bisogno di un recupero, non di perdersi di fronte al luccichio delle telecamere. Ylenia, nella sua posizione anacronistica e quasi da eroina dell’amore, ha pure coraggio poichè perde anche la solidarietà che le sarebbe spettata”.  Oggi Mastroeni scrive un secondo biglietto d’amore e stavolta anche d’addio alla giovane che diventa atto d’accusa nei confronti di una società capace solo di sentenziare ma che lascia soli. E stritola.

Buon viaggio Ylenia, eri troppo giovane e impreparata

Salvatore Mastroeni-2Il mondo "impestato" e una vita spezzata. Quel tuo bisogno di fidarti di qualcuno, la impossibilità di farlo. Ti ritrovo in questo post, in tracce di sangue nella periferia di Catania, in varie foto che ti confermano prigioniera del tuo sogno.

Hai vissuto la tua vita controcorrente senza saper nuotare.  Anche la tua morte, che mi rattrista, pare sia così. Eri troppo giovane ed impreparata, ostinata e quasi senza voglia di salvarti. Ti ho incontrata vittima di un fidanzato che aveva provato a darti fuoco, legata ancora a quell'amore malato, tentavi vanamente di scagionarlo. 

Travolta dalla pericolosa ribalta televisiva, ma con la scelta controcorrente, ma omogenea ad un ambiente per cui i poliziotti sono sbirri e non si parla con loro, di non cavalcare il facile ruolo della vittima di un tentato femminicidio.

Come caduta in un mondo che illude la bellezza e troppe volte ne fa scempio  abuso,  un dietro le quinte dove si scendono tanti inesorabili e avvilenti gradini dell'insuccesso dei compromessi dei palchi più infimi fino al sangue e la morte in una strada qualunque.

Un nuovo vecchio masochismo, con l'accettazione del maschio dominante e prevaricatore, non estraneo ad una fetta del mondo giovanile. Non nello schema sociale antico  ma risorgente quasi per perversione e sudditanze psicologiche inaccettabili.

Mischiato ad esso il fascino, il riferimento della neo cultura, fatta da veline ed isole dei famosi,  il mito del successo l'illusione dei nuovi miti. Sola e stritolata. Il processo per me non era solo sentenziare, ma incontrarsi, tante storie, tanta diversa umanità. Ci siamo parlati a lungo, un po' capiti ho insistito per farti riavvicinare a tua madre, mi hai detto ci avresti pensato  ma altre sirene ti attraevano irresistibili. E ti ritrovo morta e che scrivi del tuo mondo impestato in cui non c'è nessuno di cui fidarsi.

La vita è bene, male e mistero, ora lo sai ora l'hai percorsa tutta.  La tua vita, figlia, come ognuna a modo suo, di tanti limiti e condizionamenti, condita poi di scelte sbagliate e di tanta sfortuna, l'hai pagata perdendola. Il prezzo più alto. Nei tuoi occhi c'era la voglia di provarci  a costo di sbattere, una ricerca indomita del sogno, per sbagliato che fosse. Rispetto il coraggio che c'era e il prezzo che hai pagato. 

Buon viaggio e Dio consoli tua madre.

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