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Cronaca

Addio a Sergio Palumbo, una vita dedicata alla storia di Messina e ai suoi miti

E' morto il giornalista e documentarista messinese, autore e critico letterario presente con proprie opere nelle più autorevoli biblioteche e università del mondo. Nel suo archivio un epistolario con alcuni dei maggiori intellettuali italiani contemporanei

“Nessuno scrive più lettere, è un mondo che lentamente scompare, perché non ci sono più gli uomini grandi e generosi che hanno fatto la cultura italiana del ʻ900”.

Se ne rammaricava Sergio Palumbo, giornalista e documentarista messinese, autore e critico letterario presente con proprie opere nelle più autorevoli biblioteche e università del mondo.

Nel suo archivio un epistolario con alcuni dei maggiori intellettuali italiani contemporanei.

Nessuna lettera. Neanche oggi. Ma già tanti i messaggi di cordoglio affidati al web per la sua morte, quella di un intellettuale innamorato di Messina e della sua storia, legato ai miti dello Stretto e a quegli anni Cinquanta che ha saputo raccontare meglio di chiunque altro, con i costanti i riferimenti alla libreria dell'Ospe e degli amici della Scocca (Pugliatti, Quasimodo, Saggio, Vann'Antò tra tutti gli altri) e alla vita pulsante del Ritrovo Irrera, centro della vita notturna messinese.

Ha organizzato mostre documentarie e bibliografiche, ha curato cataloghi, antologie e carteggi fra cui Eugenio Montale, Lettere a Pugliatti. Montale e la critica nel carteggio con Salvatore Pugliatti e tre lettere di Elio Vittorini (1986). Ha realizzato inoltre programmi radiofonici per la Rai. Suoi documentari televisivi sono stati trasmessi da Raitre. È autore della più completa bibliografia critica nell'integrale ristampa per le edizioni Scheiwiller dell'opera poetica di Lucio Piccolo (2001).

Tra i suoi saggi in volume: Una polemica fra Vann'Antò e Pasolini (1988), L'altra faccia dell'isola. Incontri con Leonardo Sciascia (1996); Montale e la Sicilia, alla scoperta di nuovi talenti (1998); L'impetuosa giovinezza di antiborghesi senza rimedio. Fascismo e afascismo nella stampa messinese degli anni Trenta (1999); I Piccolo di Calanovella (2001), Strategie e schermaglie sul quasimodismo nel carteggio con Glauco Natoli (2003); La quarta dimensione di Beniamino Joppolo (2010). Ha pubblicato il suo primo libro di narrativa Tre sogni, tre racconti (2015) nella collana rossa delle edizioni "Le farfalle".

Di seguito un ricordo di Giuseppe Ruggeri, giornalista-medico-scrittore, che lo ha affiancato in diverse iniziative.

In memoriam

Con Sergio Palumbo se ne va un pezzo della Messina che conta. Che conta per intelligenza, apertura culturale, passione. Il suo era un giornalismo completo, nel senso letterario del termine, perché nasceva e traeva linfa dalla lezione intellettuale italiana più vera e profonda del Novecento. Vastissima la sua rete di contatti “illustri”, segnata dai molteplici rapporti epistolari intrattenuti con personalità del calibro di Carlo Bo e Mario Luzi, solo per fare un esempio. Una storia che potrebbe essere narrata in altrettanti volumi quanti sono quelli presenti in quella sorta di casa-museo che era la sua abitazione.

Viveva a Rometta Marea, defilato dal chiassoso ambiente ‘gossip’ del capoluogo, in un appartamento anni Settanta insieme all’anziana madre, mancata di recente. Da quell’osservatorio privilegiato coltivava i suoi studi, mai cessati, sulla letteratura siciliana rappresentata da quei grandi – Sciascia, Bufalino, Consolo, Piccolo – che costituivano da sempre oggetto della sua attenzione di cronista culturale. Presente, dal punto di vista bibliografico, in riviste e testate internazionali, aveva da poco fatto parlare di sé per aver ideato il Progetto “Orion”, il Museo multimediale inaugurato qualche anno fa alla presenza di Sebastiano Tusa. Un grandangolo sulle leggende dello Stretto, simboleggiate dalla mitica figura del gigante Orione, il bellissimo figlio di Poseidone ucciso da Artemide per gelosia. Stretto come luogo di memoria e identità, teatro dell’epopea di Stefano D’Arrigo, e al quale guardava anche Renato Guttuso ispirandosi per le sue tele marinare più famose.

Ci siamo incontrati tante volte, puntualmente rinnovellando, come il Conte Ugolino a Dante, le consuete magagne della nostra stanca post-modernità. Con lui ho realizzato alcune indimenticabili interviste su Vincenzo Consolo, Vanni Scheiwiller e, ultima – nel dicembre 2019 – sugli anni messinesi di Leonardo Sciascia.

Cominciai ad approfondire la sua conoscenza nel lontano 2012, in occasione della pubblicazione del mio breve saggio “Sicilitudine e letteratura” (Edizioni Zancle 85) nella libreria Feltrinelli (allora Circolo Pickwick). A corredo della lusinghiera presentazione, Sergio ne scrisse sulla pagina culturale della “Gazzetta del Sud”. Da allora il nostro rapporto crebbe anche sotto il profilo amicale, apprezzandone sempre più le rare doti di disponibilità e garbata signorilità. Immenso professionista della penna, coniugava con successo, a mio giudizio almeno, le qualità di storico e letterato. Il suo stile impeccabile ed elegante faceva da ‘pendant’ a un’esposizione più che dettagliata dei dati documentali in suo possesso. I suoi, più che articoli, erano veri e propri saggi in formato ridotto che schiudevano scenari inaspettati sulla dimensione biografica degli autori trattati.
Autentico esperto della poesia di Lucio Piccolo, realizzò per la Rai il video “Girandola d’ombre” che inquadra, nelle ampie stanze della sua dimora orlandina, il cavaliere-poeta intento nel suo “gioco a nascondere” con memorie e fantasmi evocati da versi che sgorgavano direttamente dall’anima.

Ma Lucio Piccolo è solo un tassello della mole sterminata di studi e lavori che Sergio Palumbo, nei proficui anni della sua attività, ci ha donato. Memorabili le sue interviste a Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia e Ignazio Buttitta, raccolti in un cofanetto prodotto per la Rai, un cui esemplare gelosamente custodisco nel mio archivio personale. Come pure la curatela del carteggio tra Salvatore Pugliatti e Salvatore Quasimodo per le edizioni Scheiwiller, che ha permesso di far luce su profili inediti di un sodalizio che durò fin dai banchi scolastici nella struggente cornice di una Messina che non c’è più.

Una Messina che Palumbo ha contribuito come pochi a far riemergere in superficie, come un miraggio, dalle onde del mare che bagnano Scilla e Cariddi.

Grazie Sergio, per tutto. Ci rivedremo.

Giuseppe Ruggeri

articolo modificato alle 9.40 del 26 maggio 2021// aggiunto intervento Ruggeri

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