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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

E' morto l'ex giudice Di Pisa, fu mandato a Messina per "punizione". Musumeci: "Scompare un illustre giurista"

Coinvolto nella vicenda del "Corvo di Palermo" fu poi assolto per non aver commesso il fatto. La sua carriera, dal pool antimafia al caso Denice passata da Palazzo Piacentini

Alberto Di Pisa è morto nella notte: l'ex procuratore 78 anni, componente del pool antimafia voluto da Rocco Chinnici e giudice nel maxi processo di Palermo. Era ricoverato all'ospedale Cervello di Palermo per una grave malattia. Dimesso ieri pomeriggio in fin di vita, l'ex magistrato è stato portato a casa in ambulanza dove i familiari lo hanno vegliato fino a tarda notte. L'ex giudice a iniziato la sua carriera in magistratura nel 1971 come pretore a Castelvetrano, poi il trasferimento a Palermo. Sostituto procuratore della Repubblica al tribunale del capoluogo siciliano, dal 1982 fece parte del Pool antimafia, ideato da Rocco Chinnici per tutti gli anni '80, ed è stato tra i giudici che istruirono il maxiprocesso di Palermo. È stato anche procuratore generale aggiunto a Palermo. Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta fu, suo malgrado, coinvolto nella vicenda del "Corvo di Palermo".

Il magistrato fu condannato nel 1992 in primo grado a un anno e sei mesi perché nel 1989 l'Alto commissario per la lotta alla mafia Domenico Sica indicò fosse sua l'impronta digitale lasciata su uno dei messaggi anonimi di accuse inviati ai magistrati Giovanni Falcone, Giuseppe Ayala e Pietro Giammanco, al capo della polizia Vincenzo Parisi e al questore Gianni De Gennaro. Nel frattempo nel 1989 Di Pisa era stato trasferito d'ufficio a Messina e dopo la condanna nel 1992 sospeso dal servizio.

È stato assolto definitivamente nel dicembre 1993 "per non aver commesso il fatto". Anni dopo Di Pisa dichiarò che le sue impronte furono falsificate per coprire il pentito Totuccio Contorno. Nel 2003 venne nominato dal CSM procuratore della Repubblica di Termini Imerese nel 2003 e nel 2008 del tribunale di Marsala, procura che era stata guidata da Paolo Borsellino. Qui si era occupato del caso della sparizione di Denise Pipitone. Di recente, in una elle sue ultime apparizioni in tv, il magistrato che all'epoca si è occupato delle indagini aveva dichiarato di essere convinto "al 90 per cento" che la bambina avvistata da una guardia giurata a Milano nel mese di ottobre del 2004 fosse proprio la figlia di Piera Maggio.

"C'è un'intercettazione in cui Jessica Pulizzi afferma di averla portata a casa di qualcuno, quindi si presume che abbia prelevato la bambina. Questo qualcuno si suppone l'abbia consegnata a qualcun altro che successivamente l'ha ceduta ai nomadi. Per me al 90% la bambina vista a Milano è Denise Pipitone per tanti motivi: la somiglianza fisica, il taglio che aveva sulla guancia sinistra e l'accento siciliano", aveva detto Di Pisa. Che rivelò un aspetto inedito delle indagini di quasi vent'anni fa: sull'intercettazione in cui Anna Corona ha sottoposto la figlia Jessica ad una sorta di interrogatorio sui suoi spostamenti la mattina del 1° settembre 2004 per Di Pisa la donna "non era spontanea, sapeva di essere intercettata".

«Con lui - ha affermato il presidente della regione nello Musumeci - Musumeci - scompare un illustre giurista da sempre in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata. L’ho conosciuto subito dopo il mio insediamento a Palazzo Orleans e, avendone apprezzato il rigore morale e la competenza amministrativa, l’ho nominato commissario straordinario del Libero consorzio di Agrigento, dove ha profuso con tenacia il proprio impegno. Alla famiglia del magistrato va il mio più sentito cordoglio, al quale unisco la vicinanza della comunità siciliana».

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