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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Addio a Peppino Loteta, maestro di giornalismo innamorato della sua Messina

Della sua scomparsa ha dato notizia il figlio su Facebook. Aveva novant'anni. Ha dedicato diversi suoi libri alla città dello Stretto del quale era una memoria vivente

E’ morto il giornalista Giuseppe Loteta, per tutti Peppino. Aveva 90 anni. La sua giovinezza vissuta a Messina dove ha frequentato il liceo Maurico e si è laureato in Giurispudenza.

Si definiva un anarchico socialista. Negli anni Sessanta lascia Messina insieme ai colleghi Luigi Ghersi e Mario Stanganelli. Approdano all’Astrolabio, una rivista radicale diretta dal senatore Ferruccio Parri ma poi, tutti e tre transitano a Il Messaggero.

Loteta aveva un grande amore per Messina, dove ogni anno aveva un appuntamento fisso con i suoi più cari amici Ciccio Cimino, che fu senatore della Repubblica, e con il noto architetto Lilli Romano.

Percorrevano le stesse tappe, una settimana a Stromboli, una a Patti e tanti appuntamenti a Messina nei luoghi simbolo della loro giovinezza.

Loteta non ha mai dimenticato la sua città e sul suo profilo social non mancavano mai riferimenti alla città. Oggi nella sua pagina, dove il figlio ha annunciato la scomparsa, centinaia di messaggi di cordoglio. “Con Giuseppe Loteta, Peppino, Messina perde un sostenitore di livello culturale eccezionale – scrive Fabio Mazzeo -  Il fatto che la stragrande maggioranza dei messinesi non sappia che il suo giornalismo ha fatto scuola e che il suo cuore in ogni angolo che occupava spargeva amore per Messina dice di una città distratta che ha perso un’altra bandiera”.

E ancora: “Una perdita che lascia un vuoto nel panorama culturale italiano. Una penna molto fine, arguta ed ironica al punto giusto. Un grande giornalista che ha raccontato la storia e la politica italiana, come pochi”.

Di Loteta ricordiamo ilibri dedicati proprio alla città e non solo. Per Pungitopo, il bel romanzo “Messina 1908” (2008), la raccolta di racconti “Romanzo messinese” (2011) e la silloge poetica “Nuvole e pietre” (2013) ma anche “Istantanee tra cronaca e storia”, Pungitopo 2014,  in cui raccoglie gli incontri,  in mezzo secolo d’esperienza, con trentuno personaggi di rilievo nel campo della politica e della società, soprattutto (ma non solo) italiana, con i quali ha avuto la possibilità di  colloquiare e che, ciascuno nel
 proprio campo, hanno acquisito un posto di rilievo nella vita della seconda metà del secolo XX.


In Pagine messinesi, che i giovani di questa città dovrebbero leggere, alcuni ritratti di “Compagni di strada” dell’autore, rispondenti ai nomi di Eugenio Vitarelli, Vanni Ronsisvalle, Nino Crimi, Luigi Ghersi, Stefano D’Arrigo, Felice Canonico, Gino Cer- rito, Nino Le Donne, Vincenzo Palumbo e Ciccio Cimino, che rappresentarono, sia sotto l’aspetto culturale che politico-sociale, la facies di una città che ancora, come recita il sottotitolo del libro di Loteta, è “alla ricerca dell’identità perduta”.

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