Soltanto la leggerezza potrà salvarci, cala il sipario sulla personale di Davì: buona la prima
L'artista messinese diplomando del Liceo artistico "E. Basile" con "Il Granchio" ha presentato le sue opere il 9 e il 10 giugno al Palacultura di Messina
Figure spettrali, personaggi antropomorfi, un po’ supereroi, un po’ fantasmi, ma anche simboli legati alla cultura contemporanea e ai riferimenti della generazione Z. Sono i “mostri” di Billy Davì, l’artista speciale Italo-americano, classe 2002, che ha tenuto il 9 e il 10 giugno la sua prima personale ospitata al Palacultura di Messina.
Una rassegna di opere, alcune più acerbe, altre più mature e compiute, che il giovane diplomando del Liceo “E. Basile” ha realizzato grazie soprattutto al supporto del docente Fabio Di Bella che lo ha seguito nel corso della sua formazione artistica. Dissacrante, ma allo stesso tempo divertente, ironica e critica, l’arte de “Il Granchio” di Davì trascina lo spettatore in una realtà a metà fra la fantasia e la verità, lasciando chi osserva sospeso, come sospesi sono i soggetti di alcuni suoi schizzi, tenuti insieme da sottili linee nere che esprimono con una forza disarmante tutta la precarietà dell’esistenza.
Un potere, quello delle opere di Davì, che non abbandona lo spettatore soltanto davanti alla consapevolezza della propria fragilità ma lo accompagna, mano nella mano, alla scoperta di tutto ciò che c’è fra il tutto e il nulla. E se è vero che, come diceva il filosofo Edgar Morin, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, ecco che la raffigurazione di Dante Alighieri come contenitore di tutti i protagonisti di Davì, si pone all’apice di questo percorso, insegnando, ancora una volta, a non prenderci troppo sul serio, sdoganando, definitivamente, qualsiasi pregiudizio verso l’arte e la sua tradizione.
Un vero e proprio movimento avanguardistico per cui Davì con lo stesso martello con cui Nietzsche voleva distruggere la metafisica, distrugge definitivamente e senza possibilità di appello il confine fra normale e anormale, giusto e sbagliato, bello e brutto. Il risultato? Un trionfo di leggerezza. La stessa con cui Italo Calvino ci insegna a “planare sulle cose”, non come sinonimo di superficialità ma di pienezza, la stessa che si prova dopo aver osservato ogni lavoro.
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“Il Granchio” ha ricevuto a Messina il sostegno, oltre che dagli sponsor, anche, dall'Accademia ABAM, dalla Fondazione e dall'Ordine degli Architetti e dalla Quinta circoscrizione che ha fortemente voluto la realizzazione della mostra, insieme al comune di Messina. Il sindaco Federico Basile e l’assessore allo spettacolo Massimo Finocchiaro hanno tagliato il nastro della personale, a cui ha partecipato anche la preside del liceo in cui Billy si diplomerà, Caterina Celesti, e ai docenti che lo hanno accompagnato nel corso degli anni Fabio Di Bella e Serena De Francesco. Nei prossimi mesi sono già in progetto nuovo appuntamenti per altre esposizioni dell’artista il cui impegno è finalizzato alla possibilità di proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Messina.
"Siamo orgogliosi del fatto che la mostra di Billy sia stata omaggiata dalle più importanti personalità istituzionali che rappresentano la città di Messina - ha chiosato il docente e artista Fabio Di Bella - Ma spiace al tempo stesso constatare che artisti e addetti ai lavori siano rimasti sordi a questo appello che ha rappresentato un unicuum nel panorama messinese fino a ora. Questo gesto rappresenta una sconfitta dell'arte cittadina e mette ancor più in luce il fatto che per la prima volta la politica sia stata sollecita e sensibile alle istanze culturali dei cittadini".
All'inaugurazione ha preso parte la fumettista Val Romeo che ha omaggiato Billy Davì con una riproduzione dell'artista insieme ai suoi mostri. "La precisione di questo giovane artista è impressionante - ha commentato sui social Romeo - Queste sono le meravigliose connessioni del mondo dell’arte".