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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Ponte sullo Stretto, si mobilita il fronte del no: "Tocca a noi fermare il partito degli affari"

Assemblea pubblica il 12 dicembre nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. "Non ci fermeremo se non quando il ponte sarà cancellato dal futuro del nostro territorio e si sarà affermato, definito, avviato, lo sviluppo dei necessari interventi per la tutela del territorio, dell'ambiente, degli edifici e la costruzione delle infrastrutture in grado di creare lavoro vero"

"Un no, mille si". Il movimento No ponte si riorganizza. Il 12 dicembre alle 17.30 nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca prevista l'assemblea pubblica per spiegare ancora una volta le ragioni del no all'infrastruttura che il ministro Matteo Salvini sembra deciso a realizzare riportando in vita, dopo anni e anni di forzata pausa, la società Stretto di Messina che per anni ha prodotto una montagna di carte e illusioni.

Per Salvini  il ponte è "fondamentale per unire la Sicilia al resto d'Italia, e l'Italia al resto d'Europa. Crea lavoro vero, è riconosciuta come struttura fondamentale anche per la parte europea".

Tutte argomentazioni che il movimento no ponte ha già smontato da tempo e torna a ribadire. "Tocca a noi riprendere le mobilitazioni - si legge nel manifesto -  tocca a noi contrastare la disperazione che fa preferire la devastazione in cambio della promessa di posti di lavoro che non arriveranno mai. Tocca a noi fermare il partito degli affari. Tocca a tutti noi difendere il passaggio dello Stretto. Tocca a noi intraprendere un nuovo percorso di contronformazione. Non ci fermeremo se non quando il ponte sarà cancellato dal futuro del nostro territorio e si sarà affermato, definito, avviato, lo sviluppo dei necessari interventi per la tutela del territorio, dell'ambiente, degli edifici e la costruzione delle infrastrutture in grado di creare lavoro vero e stabile in misura anche maggiore".

Sulla questione pinte si ponte no anche l'intervento di Osvaldo Napoli, responsabile infrastrutture e trasporti di Azione. "In Sicilia soltanto il 16% delle ferrovie è a doppio binario - scrive - In Calabria è interrotta da non so più quanti anni la Cosenza-Catanzaro e la maggior parte dei pendolari si muove con auto proprie o con i pochi bus di linea. Il ponte sullo Stretto è un'opera grandiosa e straordinaria, da realizzare, se possibile, domani mattina. Al governo e al ministro Salvini - continua - segnalo un pericolo: quello di trasformare il ponte in una nuova cattedrale nel deserto come si disse negli anni '70 del grande porto da costruire a Gioia Tauro per servire un centro siderurgico mai realizzato".

Per Osvaldo Napoli, poi, "Il ponte è un'opera che deve cambiare non solo la prospettiva di chi lo attraversa, ma anche la vita di chi ci vive vicino. Il treno ad alta velocità deve trovare, prima e dopo il ponte, un contesto di infrastrutture, non solo viarie e ferroviarie, che renda accettabile per calabresi e siciliani gli anni di disagi da superare per la sua costruzione".

"Il ponte sullo Stretto - conclude - deve collegare Canicattì a Londra, vero. Ma deve anche velocizzare il collegamento da Milazzo a Palermo e a Messina. O da Catanzaro a Cosenza. Allora, sì l'Italia sarà un Paese più unito".

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