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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Multati perché vanno a pesca, la famiglia Donato chiede aiuto: “Lo abbiamo fatto per necessità”

L'appello di due fratelli dopo la “batosta” di oltre duemila euro. Ma nella stessa situazione ci sono quasi un centinaio di messinesi che chiedono di praticare pesca per autoconsumo nonostante il lockdown

La storia del messinese Andrea Bardetta, percettore di quota minima di reddito di cittadinanza e multato per essere andato a pesca per necessità, è simile a quella di molti cittadini disoccupati dello Stretto. Sarebbero quasi un centinaio, infatti, i disoccupati che lamentano la mancanza di un lavoro, ammortizzatori sociali o altra forma di sostegno, che per sopravvivere in questo momento di lockdown vorrebbero almeno praticare attività di pesca per autoconsumo.

E’ anche il caso di due fratelli messinesi, Gregorio e Serafino Donato, componenti di una famiglia monoreddito composta da 5 persone, multati  per un totale di 2133 euro per essere andati a pesca per  procurarsi un dignitoso sostentamento per non  gravare sull’unico reddito di 700 euro rappresentato dalla pensione del padre Nicola, appena sufficiente per pagare medicine e bollette. “In questo momento di emergenza economica oltreché sanitaria  – dichiara Gregorio – è la necessità ad  indurci ad andare a pescare per  poter sopravvivere. Cosa dovremmo fare? Commettere crimini come andare a rubare, a spacciare droga, oppure dovremmo toglierci la vita come ha fatto quel povero pescatore di Milazzo?

“Queste le amare considerazioni dei due fratelli che hanno contribuito da sempre a mantenere la propria famiglia grazie alla passione per la pesca, che era il mestiere del padre Nicola, del nonno e del bisnonno. "Io e mio fratello ci sentiamo perseguitati, proprio noi che abbiamo più bisogno – continua Gregorio –. Pochi giorni fa, infatti, siamo stati multati ben 4 volte in tre giorni con sanzioni di 533,33 euro ciascuna. Andiamo a pesca separatamente e facciamo parte di un unico nucleo familiare  che sopravvive già con un reddito minimo. Il governo, o chi si dovrebbe occupare di queste emergenze, deve tenere conto del fatto che con queste insensate limitazioni, visto che pescando singolarmente non potremmo contagiare nessuno, non fa altro che generare un’ulteriore emergenza nell’emergenza”. E sono molti ad essere in questa drammatica situazione denunciata per primo dal signor Bardetta tramite il suo avvocato, Giuseppe Missimi, perché riteneva ingiusta la sanzione amministrativa da parte delle forze dell’ordine per la violazione alle norme sul contenimento del Covid-19.

Sono quasi un centinaio i cittadini inoccupati o percettori di redditi minimi che da sempre trovano nel mare dello Stretto una confortevole risorsa per garantirsi una degna sopravvivenza in attesa di un  lavoro. Tutti questi, infatti, se la situazione non dovesse cambiare dopo il 4 maggio hanno già manifestato l'intenzione di formare un comitato per protestare a gran voce contro questo sistema di ingiustizia.

Pamela Arena

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