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Cronaca

Pronta a salpare l'Iginia, la nuova nave "green" di Ferrovie dello Stato

Stamane l'inaugurazione al molo Colapesce alla presenza del ministro Giovannini. Investimento di 57 milioni di euro per un traghetto all'avanguardia dal punto di vista tecnologico. Da novembre verrà dotato di batterie elettriche per eliminare le emissioni durante le manovre in porto

Si rinnova ulteriormente la flotta di traghetti ferroviari di Rete Ferroviaria Italiana. Questa mattina è stata ufficialmente inaugurata la nave Iginia che da domani affiancherà le sorelle Messina, Villa e Scilla nel servizio di trasporto dei treni tra le due sponde dello Stretto.  Alla base c'è un investimento economico di 57 milioni di euro, 7 dei quali finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per la tecnologia Green, la cui implementazione sarà avviata a partire dal prossimo mese di novembre.

Al consueto taglio del nastro anche il ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, insieme a Vera Fiorani, amministratrice delegata e direttrice generale di Rfi e al prefetto Cosima Di Stani. Presenti anche Giuseppe Marta, direttore navigazione Rfi e i rappresentanti regionali e comunali Gaetano Armao, vice presidente Regione Siciliana, Leonardo Santoro, commissario straordinario di Messina. 

Particolarmente sentito il momento della consegna delle "chiavi" della nave al comandante Antonino Aneri da parte dell'ad di Rfi Vera Fiorani. Poco prima la benedizione di don Marco D'Arrigo.

L'inaugurazione del traghetto Iginia

Il nuovo traghetto prevede una tecnologia green, certificata dal Registro Italiano Navale. A garantire un notevole abbattimento delle emissioni non c'è solo per il sistema di propulsione, garantito anche da due pacchi di batterie ricaricate dai pannelli solari già installati sulla nave o dalle prese di terra presenti nelle invasature; a bordo sono presenti anche innovativi impianti di trattamento delle acque di sentina e delle acque nere, per garantire una più efficace riduzione delle emissioni inquinanti. Tecnologie che permettono zero emissioni di CO2 e gas serra, sia in porto che nelle manovre di entrata e di uscita. 

Altamente tecnologiche e prestazionali sono anche le caratteristiche tecniche. Il sistema di governo è garantito da tre motori principali e tre propulsori azimutali a passo variabile, mentre due eliche trasversali ne consentono la massima manovrabilità. Dalla celata di prora, attraverso il ponte mobile, sono effettuate tutte le operazioni di carico/scarico di carrozze e carri ferroviari; gli eventuali mezzi gommati, invece, accedono al ponte di carico dal portellone di poppa e da quello laterale, oltre che dalla celata di prora. Lunga 147 metri e larga 19, ha una capacità massima pari a 27 carri ferroviari su 4 binari. Può ospitare 700 persone, compreso l’equipaggio. Massimo comfort anche per gli spazi interni, con un salone principale con sala bar da 339 posti a sedere, di cui 29 postazioni dedicate alle persone a mobilità ridotta, 7 postazioni per carrozzelle, 101 i posti a sedere nel salone di poppa e 198 nel salone aperto all’esterno.

La nave Iginia è stata costruita dall’Associazione Temporanea d’Imprese composta dalla mandataria T. Mariotti S.p.A. e dalla mandante Officine Meccaniche Navali e Fonderie San Giorgio del Porto S.p.A.

Fiorani: "Scelto un nome che rievoca l'identità calabrese e siciliana"

Non è un caso se Ferrovie dello Stato ha scelto di battezzare il traghetto con il nome di Iginia, già usato per un'altra nave ferroviaria dismessa nove anni fa e di cui conserva a bordo la campana. Il termine deriva dal greco hyghìeia ovvero “prospero, integro, in salute”. Un aspetto sottolineato dal numero di Rfi Vera Fiorani. "Abbiamo ripreso un concetto antico di sostenibilità adatto anche a questa nave. Inizia un percorso green viste le tecnologie di cui è dotato il traghetto che vanta inoltre un moderno impianto di gestione delle acque reflue. A novembre installermo le batterie per rendere totalmente ecologiche le manovre per l'ingresso e l'uscita nei porti. All'interno dello scafo, come da tradizione, sono state sepolte due monete antiche della Sicilia e della Calabria in segno di identificazione con queste terre".

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