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Cronaca

Zona rossa, il gennaio nero del commercio messinese: la solidarietà sui social e lo sconforto degli esercenti

Non tutti i negozi riusciranno a rialzarsi dall'ennesima chiusura. Oggi la città è a "lutto" e il cordoglio si esprime anche sui social, fra vignette nere e tristezza sul futuro delle attività. Si temono gli effetti del nuovo lockdown

In tanti ieri hanno abbassato la saracinesca dando appuntamento al primo febbraio. Molti altri, invece, hanno deciso di non riaprire da sabato, complice la giornata uggiosa di domenica e il sentimento di angoscia, in vista del nuovo lockdown cominciato oggi, che durerà fino al 31 gennaio per la città di Messina. Mentre la ristorazione potrà effettuare l'asporto fino a giovedì e poi dovrà soltanto affidarsi al servizio a domicilio, per i negozi la situazione è diversa. Perchè oltre alle limitazioni imposte dal decreto ministeriale, per tanti altri esercenti si prospetta una ulteriore limitazione imposta dall'ordinanza sindacale firmata domenica sera dal primo cittadino. 

La prima vetrina a "lutto" è stata quella di un negozio di abbigliamento di via Garibaldi, seguita poi da altri messaggi e maniefstazioni di solidarietà e cordoglio che si sono riversati sui social, da parte degli esercenti, sconfortati, adesso, e terrorizzati dal futuro delle loro attività. "Condoglianze alle attività commerciali di Messina", "solidarietà a tutti i negozi", "siamo certi che lo sforzo di tutti ci consentirà di riaprire ancora una volta". Questi i tanti messaggi che si stanno susseguendo nel corso di queste ore. Poche parole per raccontare una situazione emergenziale in cui l'altra faccia della pandemia è il collasso economico e la fragilità del sistema di aiuti che potrebbero non bastare per far risalire la china ai negozi. 

C'è chi prova a resistere e si organizza con le consegne a domicilio e chi sta già cercando di pubblicizzare la propria merce sui social rispolverando le modalità di commercio che erano state studiate lo scorso anno in vista del primo lockdown. Una magra consolazione. Perchè fra una ordinanza e l'altra, sono tante le attività al collasso e le famiglie su cui incombe adesso l'incertezza del domani. 

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