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Cronaca

Neonato morto dopo il parto sull'A20, rabbia e sdegno per i tagli ai punti nascita: insorge la politica locale

Le reazioni dopo la vicenda della donna costretta a partorire in autostrada. Riflettori accesi sulla riduzione dei servizi sanitari mentre si attendono i primi riscontri dall'autopsia prevista lunedì prossimo

Partorire in autostrada perchè l'ospedale a pochi passi da casa non ha il punto nascita e quello più vicino si trova a 80 chilometri. Un disagio che si è trasformato in condanna per la donna di Mistretta che ieri ha perso il suo bimbo durante il disperato viaggio in autostrada. Insieme al marito, era diretta a Patti, l'unica cittadina dove la scure della politica ha risparmiato il reparto di Ostetricia. Ma in quella piazzola di sosta dell'A20, a pochi chilometri dallo svincolo di Santo Stefano di Camastra, è avvenuta la tragedia, con quel parto inatteso davanti agli occhi impotenti di chi cercava di prestare i primi soccorsi, l'ambulanza che arriva e porta il neonato al più vicino ospedale di Sant'Agata, anch'esso privato del punto nascita.

Poi l'epilogo più amaro possibile alla 27esima settimana di gravidanza. Determinante il caso ma anche di quella che eufemisticamente viene chiamata razionalizzazione dei servizi sanitari. Su quest'ultimo punto insiste il dibattito alimentato da amministratori e deputati. Da destra a sinistra le proteste contro quei tagli spesso basato su freddi numeri. Non a caso dal governo negli anni scorsi è arrivata l'indicazione di chiudere i punti nascita con meno di 500 parti l'anno. Numeri appunto, che spesso non fanno i conti con le complessità di un territorio come quello nebroideo dove venti minuti si impiegano solo per raggiungere l'autostrada dopo un percorso tortuoso sulle strade provinciali. Un problema finito sul tavolo dell'assessore regionale Ruggero Razza che ha promesso ai sindaci dei Nebrodi un sopralluogo nella stessa Mistretta e Sant'Agata dopo la richiesta di un tavolo tecnico proprio per discutere sui servizi sanitari.

Si dice impotente invece il governatore Nello Musumeci, oggi in visita a Milazzo. "Bisogna rivedere la norma, mi auguro che i parlamentari siciliani possano intervenire, la Regione è chiamata a rispettare le regole in base a parametri predefiniti".

Intanto non si placano le reazioni. Dopo il sindaco di Sant'Agata Bruno Mancuso e Articolo Uno, è Fratelli d'Italia a chiedere conto al governo. Il deputato Ella Bucalo annuncia una nuova interrogazione dopo quella del 2018 rimasta inascoltata. "Chiedevo sulla base di quali criteri fosse stato stabilito lo standard minimo di 500 parti come limite di sicurezza. Oggi, che la morte di questo bambino dovrebbe toccare le coscienze politiche, ritengo impellente rivalutare questi criteri e ripristinare un reparto che deve puntare a salvare vite umane e non logiche inadeguate ai bisogni del territorio. Presenterò una nuova interrogazione". Le fa eco il parlamentare all'Ars Elvira Amata che parla di servizi di serie A e serie B. "La sanità e la salute dei siciliani non possono essere condizioni dai freddi numeri. Ricordo che a Mistretta esiste un ospedale che potrebbe funzionare a pieno regime nell’interesse del territorio e dei suoi cittadini in questo senso dobbiamo lavorare per garantire la salute a tutti i cittadini del comprensorio”.

Azione fa riferimento anche alla situazione di Lipari. “Le nostre isole minori - spiegano Francesco De Pasquale ed Eleonora Urzi Mondo -  continuano a soffrire dell’assenza del punto nascite sul proprio territorio, per cui, è impossibile nascere a Lipari e le famiglie sono costrette a trasferirsi sulla terraferma sul finire della gravidanza o peggio, affrontare il mare a travaglio iniziato!! E se quel giorno ci fosse un forte vento? Rivolgiamo un appello urgente alla Regione Siciliana, al presidente Musumeci, all’assessore Razza, alla Commissione sanità dell’Assemblea, perché con urgenza si dia priorità ad una revisione del piano sanitario, alla gestione dell’emergenza urgenza e alla sua immediata attuazione, al fine di scongiurare nuove quotidiane pubblicazioni di notizie come quella che leggiamo oggi e le molte altre che manifestano, ogni giorno, le deficienze e le lacune di un sistema che non assicura assolutamente il sacrosanto diritto alla salute che la nostra Costituzione garantisce. L’episodio ultimo del quale riportano le cronache racconta uno scenario che rappresenta uno scandalo che non ammette giustificazioni”.

Nel frattempo, la Procura di Patti continua le indagini ricostruendo tutta la dinamica della vicenda. Elementi importanti si attendono dall'autopsia sul corpo del bimbo che verrà eseguita  lunedì 6 dicembre al Policlinico, servirà a fare chiarezza sulle cause della morte. Si attende il conferimento dell'incarico ad un neonatologo e un ginecologo che eseguiranno l'esame insieme alla dottoressa Cristina Mondello. Intanto la madre del piccolo resta ricoverata al "Barone Romeo" di Patti, le sue condizioni non destano preoccupazione. 

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