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Cronaca

"Non una di meno" contro gli obiettori, nella notte cartelli su due ospedali pubblici

Il movimento chiede un Tavolo di discussione con la Regione: "Nessuno può scegliere per noi se essere madri oppure no". Il collettivo pretende la piena attuazione della legge 194

“97% di obiettori: la vostra libertà di coscienza nega la nostra libertà di scelta”. Questo il messaggio  apparso  stamani  su due manifesti  appesi in bella vista all'esterno di due ospedali pubblici della città.  Messaggio chiaro lanciato dal collettivo femminista Non una di meno – Messina all’indomani delle notizie diffuse secondo cui  su 36 medici, nelle strutture pubbliche di Messina, c’è di fatto un solo medico non obiettore con 13 sanitari obiettori su 13 al Papardo e  22 su 23 al Policlinico.

“Già il 28 settembre, in occasione della giornata mondiale per l’aborto libero e sicuro, avevamo organizzato un presidio al Policlinico, consapevoli della gravità della situazione: nonostante la legge 194/1978, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza” - si legge - sia stata approvata 42 anni fa, la sua attuazione resta utopia- scrive il movimento in una nota- la quasi totalità di medici obiettori nella nostra città nega la libertà di scelta delle donne che sono, così, costrette ad andar altrove per praticare l'aborto. Questa situazione interessa tutta la regione Sicilia dove il tasso di obiezione di coscienza medio è all’87%. Ciò significa che quasi 9 medici su 10 nell'isola sono obiettori. Siamo determinate ad andare avanti affinché si capisca che nessuno può scegliere per noi se essere madri oppure no. Né lo Stato né il compagno né un familiare può decidere sul nostro corpo. Ogni donna ha il diritto di scegliere se affrontare la gravidanza o meno, una scelta cosciente e responsabile per una maternità cosciente e responsabile".

Lo stesso collettivo sottolinea inoltre che “secondo quanto previsto dalla legge, pur concorrendo questi diritti con il diritto di altri all’obiezione di coscienza, lo Stato non può permettere che l’obiezione di coscienza renda inattuabile la legge, privandola di fatto della sua efficacia. Secondo la legge 194, inoltre, la Regione deve garantire l’attuazione di interventi di interruzione di gravidanza e lo deve fare anche attraverso la mobilità del personale”. "È evidente che la Regione Sicilia è inadempiente ai suoi doveri di legge non assicurando la piena attuazione della 194 e quindi non assicurando nelle strutture sanitarie adibite l’espletamento delle procedure di IVG”.

Non una di meno chiede un Tavolo di discussione con la Regione  finalizzato alla piena attuazione delle legge 194. “Chiediamo nuovi concorsi riservati a medici non obiettori (come sono stati banditi in altre regioni). Chiediamo, inoltre, all’assessore alla Salute e ai Servizi Sociali del Comune di Messina di prendere parola in merito alla questione e di portare avanti azioni concrete con gli strumenti che gli competono.” conclude  il collettivo.

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