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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Musarra, il Cedav dopo l'ergastolo a Ioppolo: "Crimine valutato giustamente"

Il Centro Donne Anti Violenza commenta il verdetto in secondo grado emesso due giorni fa. La nota dell'avvocato Maria Gianquinto dopo che il giudice ha riconosciuto il risarcimento dell'associazione già parte civile al processo

Non si spengono i riflettori sul processo sulla morte di Alessandra Musarra, la giovane uccisa nella sua casa nel marzo 2019. Due giorni fa la corte d'assise d'appello ha condannato all'ergastolo il fidanzato Cristian Ioppolo, confermando la sentenza in primo grado e allontandosi nettamente dalla richiesta dell'Accusa che, dopo aver proposto il concordato, aveva invocato una pena di 24 anni di carcere per il ragazzo messinese.  A due giorni dal verdetto in secondo grado, il Centro Donne Anti Violenza, già parte civile al processo, torna sulla vicenda dopo aver ricevuto dal giudice l'ok per il risarcimento danni. Lo fa con una nota dell'avvocato Maria Gianquinto, presidente dell'associazione e tra i difensori della famiglia Musarra. Il legale commenta la pesante pena inflitta a Ioppolo e la decisione del giudice di riconoscere il danno subito, accogliendo di fatto il ricorso presentato dallo stesso Cedav. 

"Il Centro Donne Antiviolenza di Messina - si legge nella nota - ritiene che debbano essere portate all’attenzione dell’opinione pubblica alcune questioni di grande rilievo giuridico e culturale che hanno segnato il processo per il femminicidio di Alessandra Musarra. La prima, importantissima, è rappresentata dalla gravità del crimine commesso dall’imputato Cristian Ioppolo riconosciuta dalla Corte d’Assise d’Appello che ha smentito clamorosamente l’orientamento della Procura confermando l’ergastolo all’imputato. Invero, il Procuratore Generale aveva incredibilmente proposto il concordato della pena per un crimine così efferato abbassando la richiesta di condanna a 24 anni, nonostante un compendio di prove incontrovertibili raccolte in primo grado. La Corte d’Assise d’Appello di Messina, confermando la condanna all’ergastolo dell’imputato, ha riportato il femminicidio della povera Alessandra Musarra nella giusta e corretta valutazione che crimini di tale portata meritano".

"La seconda questione, non meno rilevante - continua Gianquinto -  è che la Corte D’Assise d’Appello, accogliendo l’atto di impugnazione proposto dal CeDAV Onlus - Centro Donne Antiviolenza- ha anche riconosciuto che la suddetta Associazione, avendone tutti i requisiti, ha subito un danno dall’uccisione di Alessandra Musarra. La Corte adita, in linea con gli orientamenti consolidati nei tribunali italiani, ha ritenuto che un Centro Antiviolenza come il CeDAV Onlus, che opera con continuità sul territorio messinese da oltre un trentennio, abbia subito un danno risarcibile in quanto la condotta omicidiaria dell’imputato ha leso quei diritti e interessi posti tra i principi statutari dell’Associazione come, appunto, il contrasto alla violenza di genere, per i quali si batte a tutela di tutte le donne. In sintesi il riconoscimento del danno ad un centro come il CeDAV ha un fortissima valenza simbolica, in quanto riconosce che il femminicidio, la violenza domestica, non rappresentano solo una lesione dei diritti della donna uccisa e della sua famiglia, ma costituiscono una profonda ferita per tutta la società".

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