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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Nino ucciso a bastonate insieme alla fidanzata, il ricordo della cugina: "Ho nel cuore il suo sorriso"

Nella piccola frazione di Calderà nessuno si dà pace per la tragica fine dei due giovani messinesi. Ieri la messa in suffragio. I genitori ancora in Inghilterra in attesa di poter rientrare con le salme. Il ritratto del 26enne croupier: "Costretto a lasciare la sua terra per un lavoro migliore"

A Calderà le lacrime hanno lasciato il posto alla rabbia. Nessuno, nella piccola frazione di Barcellona Pozzo di Gotto, riesce a darsi pace per la tragica morte di Nino Calabrò e della fidanzata Francesca Di Dio. I due ragazzi sono stati trovati cadavere lo scorso 22 dicembre in Inghilterra, uccisi con ferocia a colpi di mazza da baseball. Quel tragico giorno, il 26enne cresciuto a Barcellona Pozzo di Gotto ma trasferito a Milazzo con la famiglia, rientrato in casa avrebbe notato il corpo ormai senza vita della fidanzata per poi essere aggredito alle spalle e ucciso a bastonate. Fin qui l'unico sospettato dell'omicidio è il palermitano Andrea Cardinale, coinquilino e amico di Nino con cui per alcuni mesi ha condiviso il lavoro da croupier. Il giovane resta in stato di fermo, ieri è comparso in tribunale davanti al giudice.

Mentre si attende il rientro in Italia della salme, previsto nei prossimi giorni terminati tutti gli accertamenti degli investigatori, è partita una raccolta fondi per aiutare le famiglie. Intanto, c'è chi prega e ricorda le due giovani vittime. Ieri la messa in suffragio dei due giovani nella chiesa di San Rocco in Calderà. All'omelia, celebrata da padre Alfonso, c'era anche Sebastiana, cugina di Nino. "Porterò nel cuore il suo sorriso - racconta a MessinaToday - era la prima cosa che notavo quando incontravo Nino. L'ultima volta è stata alcuni mesi fa durante l'estate, un ragazzo eccezionale e molto affettuoso che stravedeva per la famiglia. Non avrebbe mai voluto lasciare la sua terra, ma come molti altri coetanei è stato costretto per trovare lavoro. Ogni giorno telefonava ai genitori, portando nel cuore la Sicilia".

E a dare l'allarme sono stati proprio i genitori, mamma Salvina e papà Salvatore. "Quando Nino ha smesso di rispondere - racconta la cugina - abbiamo subito capito che qualcosa non andava, non era un comportamento normale. Io ho appreso la notizia mentre ero a scuola, impegnata con i miei studenti nei festeggiamenti prima delle vacanze natalizie. Non riesco ancora a credere a quanto accaduto. Non conoscevo la persona che al momento risulta indagata, spero si faccia al più presto chiarezza su quanto accaduto".

Intanto, la piccola comunità di Calderà ha deciso di stringersi in un momento di preghiera con una veglia e una fiaccolata che partirà dalla chiesa di San Rocco nel pomeriggio del 29 dicembre. A Montagnareale, paese di origine di Francesca Di Dio, sono state annullate tutte le manifestazioni in programma per il Natale.

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