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Cronaca Taormina

Ragazzo travolto e ucciso da un'auto a Giardini Naxos, i furti milionari della "banda" della costa ionica

Le indagini dei carabinieri continuano a produrre elementi legati al responsabile dell'omicidio stradale avvenuto nell'estate del 2020 e ad altri soggetti coinvolti in altri reati

Continuano le indagini avviate dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Taormina a seguito di un’incidente stradale verificatosi nel giugno 2020 sul lungomare di Giardini Naxos, nel quale aveva perso la vita un giovane di 19 anni ed era rimasta gravemente ferita la fidanzata, allora minorenne.

Su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, i Carabinieri della Compagnia di Taormina hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal Giudice dell’Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di tre persone, originarie di Piedimonte Etneo e Giarre, ritenute responsabili – a vario titolo – dei delitti di furto in abitazione aggravato, ricettazione e traffico di sostanze stupefacenti. 

Il precedente

A seguito dell'incidente mortale erano stati avviati alcuni approfondimenti investigativi da parte dei Carabinieri della Compagnia di Taormina, con il coordinamento della Procura distrettuale della Repubblica di Messina, al fine di ricostruire la dinamica dell’incidente ed identificare con certezza chi fosse alla guida dell’autovettura.

A conclusione di tali accertamenti, nell’aprile dello scorso anno, era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 26enne di Piedimonte Etneo, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia e altre tre persone, che erano a bordo dell’autovettura coinvolta nell’incidente mortale, erano state indagate in stato di libertà per i reati di calunnia e favoreggiamento personale. 

I furti negli appartamenti

Nel corso delle attività d’indagine, anche di natura tecnica, erano emersi elementi idonei ad integrare ulteriori reati, ovvero furti in abitazione e reati in materia di stupefacenti nei territori di alcuni paesi della provincia di Catania. Pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania aveva disposto ulteriori approfondimenti, all’esito dei quali, in particolare, era emersa la  centralità della figura di uno degli indagati (attualmente ristretto in carcere per omicidio stradale) quale punto di riferimento  per i componenti  di una piccola banda aggregatasi intorno a lui al fine di commettere  furti in appartamento, detenere e smerciare sostanze stupefacenti di vario genere, non disdegnando il tentativo di recuperare armi da utilizzare con la specifica finalità.

Le indagini hanno permesso di documentare in particolare un furto in abitazione che sarebbe stato commesso dai tre indagati, a Piedimonte Etneo, ai danni di una persona anziana del luogo, furto nel corso del quale i predetti si sarebbero impossessati di una somma di denaro di oltre 50mila euro. Inoltre, nel corso delle perquisizioni domiciliari i Carabinieri hanno rinvenuto altra refurtiva, che secondo l’ipotesi investigativa costituisce il provento di altri furti, durante i quali erano stati asportati banconote straniere da collezione, anelli, bracciali, collane orologi in oro e monili vari.  

Il modus operandi della banda 

L’analisi incrociata degli elementi probatori acquisiti ha consentito di definire, allo stato del procedimento in cui non è stato ancora instaurato il contradittorio delle parti,  il ruolo di ogni singolo indagato relativamente alle ipotesi delittuose ascritte. La banda operava con consolidato modus operandi scegliendo gli obbiettivi da colpire a seguito di scrupolosi e ripetuti sopralluoghi.

Uno di loro aveva il ruolo di autista, che rimaneva in zona al fine di garantire la repentina fuga agli altri componenti, che invece avevano un ruolo esecutivo nella commissione dell’illecito. Questi ultimi, con azioni molto rapide, operavano l’effrazione, entravano all’interno delle abitazioni, attraverso balconi, porte e finestre ed in alcuni casi anche utilizzando chiavi alterate, quindi giunti all’interno degli appartamenti li saccheggiavano, asportando ogni bene prezioso e  di valore.   

Nel corso delle attività d’intercettazione sono stati documentati diversi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere. In particolare è stato cristallizzato l’approvvigionamento, da parte degli indagati, di circa 500 grammi di cocaina e altri 200 di hashish. Sulla base del quadro probatorio acquisito dagli investigatori con il coordinamento della Procura etnea il G.I.P. competente ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati, emettendo quindi l’odierno provvedimento cautelare.

Le misure cautelari 

Dei tre destinatari della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico solo due sono stati ristretti presso il proprio domicilio, mentre al terzo è stata notificato il provvedimento presso il carcere di Caltagirone ove si trova ristretto per l’omicidio stradale. Altre sei persone, sempre del comprensorio Jonico/Etneo sono indagate in stato di libertà per i medesimi reati e nei loro confronti è stato emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia.    

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