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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Bonavera, l'imputata sceglie il rito abbreviato: pronto il rigetto

Il legale della madre di Ylenia punta a dimostrare la premeditazione. “Se dovesse passare l'ipotesi, la Nicotra potrebbe ottenere una serie di benefici di legge che per noi non merita”, spiega l'avvocato Santoro

Ha scelto il rito abbreviato Daniela Nicotra, la donna accusata di avere ucciso con una coltellata a Catania la 26enne messinese Ylenia Bonavera lo scorso 9 dicembre. Il giudice deciderà sulla richiesta il 13 settembre ma l'avvocato della madre, Vittoria Santoro, sta valutando l'ipotesi di chiedere il rigetto. 

“Se dovesse passare l'ipotesi abbreviato, l'imputata potrebbe ottenere una serie di benefici di legge che per noi non merita - spiega l'avvocato Santoro -  Noi puntiamo a chiedere l'ergastolo mentre con l'abbreviato la condanna potrebbe variare dai 16 e i 30 anni. Nei prossimi giorni studieremo a fondo tutto il fascicolo e chiederemo il rigetto di questa richiesta.  L'abbreviato non può essere concesso, infatti, se si riesce a dimostrare che l'omicidio è stato premeditato così come noi siamo convinti sia accaduto in questo caso. Lo dimostra il fatto che l'imputata avesse in auto un coltello e abbia minacciato Ylenia”.

La Nicotra, ad aprile, è stata anche dichiarata “imputabile” dopo una serie di accertamenti psichiatrici. Secondo il perito, il professore Eugenio Auguglia, la donna che deve risponde di omicidio volontario aggravato, "al momento dei fatti, non era presente alcuna patologia psichiatrica tale da escludere o grandemente scemare l'imputabilità della perizianda".

Sta creando più di un disagio la presenza in carcere di Daniela Agata Nicotra, rinchiusa nel penitenziario di piazza Lanza per l’omicidio della 26enne messinese Ylenia Bonavera nel quartiere etneo di San Cristoforo lo scorso 10 dicembre.

Il pubblico ministero aveva chiesto l'incidente probatorio per verificare se la  34enne fosse  “in grado di partecipare coscientemente al procedimento; se socialmente pericolosa e se fosse, al momento del compimento del fatto, capace di intendere e di volere”. Anche in carcere sono stati segnalati comportamenti aggressivi da parte della donna verso  altre detenute.

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