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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Operazione antimafia "Sistema", assolti gli ex boss Bisognano e D'Amico

Lo ha deciso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, dopo il rinvio della Cassazione. Erano stati chiamati in causa dall’imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto, Maurizio Marchetta e si sono "pentiti" dopo la condanna in primo grado

Assolti perché il fatto non sussiste. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, dopo il rinvio della Cassazione, per gli ex boss Carmelo D’Amico e Carmelo Bisognano, collaboratori di giustizia chiamati in causa dall’imprenditore ex presidente del Consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Maurizio Marchetta, parte civile nel procedimento insieme al Comune di Barcellona.

Il verdetto mette fine così a una tranche del processo d'appello "Sistema" nato dalle dichiarazioni rese dell'architetto Marchetta nel 2009, che ha raccontato d'aver pagato per lungo tempo il pizzo alla mafia di Barcellona, chiamando in causa tra gli altri anche Bisognano e D'Amico. L’imprenditore aveva sostenuto che fino al 2003 Carmelo D’Amico fosse un esattore per conto della mafia barcellonese. Dal 2004, poi, Carmelo D’Amico cominciò la sua ascesa ai vertici del gruppo barcellonese imponendo autonomamente il pagamento delle estorsioni nel territorio a cavallo tra Mazzarrà Sant’Andrea e Milazzo anche, per lavori privati di una certa entità.

E’ la seconda assoluzione per D’Amico e Bisognano, che decisero di collaborare dopo la condanna in primo grado, con l’abbreviato, a 10 anni e 8 mesi il primo e a 7 anni e 10 mesi il secondo. La corte di Appello di Messina, infatti, li aveva assolti nel 2015 ma la seconda sezione della Corte di Cassazione aveva sposato la tesi di Marchetta annullando la sentenza e rinviando alla Corte di Appello di Reggio Calabria.

Ieri l’assoluzione a cui il legale Ugo Colonna ha già annunciato ricorso in Cassazione. D’Amico era stato imputato anche insieme a Pietro Nicola Mazzagatti per una serie di estorsioni. Mazzagatti ha seguito lo stesso ieri giudiziario ed è stato condannato con sentenza passata in giudicato ma da una sezione della Corte di Appello di Reggio Calabria diversa da quella che ha emesso la sentenza di assoluzione di ieri.

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