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Cronaca

Operazione antidroga "tunnel", confermate le misure cautelari per gli indagati

Il tribunale del riesame ha rigettato i ricorsi presentati dalla difesa. Le indagini sono partite nel 2017 e hanno portato a dodici arresti. La droga nascosta all'interno di una galleria ferroviaria

Confermate tutte le misure cautelari disposte per gli indagati dell'operazione Tunnel che lo scorso 19 luglio ha permesso a Procura e Squadra Mobile di smantellare un'organizzazione criminale dedita al traffico di droga tra la Messina e l'Albania.

Il tribunale del riesame ha infatti rigettato tutti i ricorsi presentati dalle difesa. Una sola richiesta è stata accettata: quella relativa all'albanese Rito Mecaj non più colpevole del reato di associazione a delinquere. Mecaj resta comunque in carcere per altri procedimenti penali a suo carico.

Gli altri soggetti coinvolti nell'operazione sono: Ajet Cepaj, Francesco Delia, Francesco Di Giovanni, Santino Di Pietro, Antonino Ieni, Francesco Maggio, Salvatore Micari, Rito Mecaj, Domenico Pappalardo, Cristian Restuccia, Andrea Caporlingua, Ernard Hoxha, Mizafer Binaj. 

Lo scorso 22 luglio, tranne un albanese, si erano tutti avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio del gip Simona Finocchiaro. 
 

Le indagini

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Rosa Raffa, partono nella primavera del 2017, quando si “intercetta” un colloquio in carcere in cui si parlava di pesce. I fatti-reato scoperti ed attribuiti oggi agli arrestati sono stati accertati a Messina ed in altre località fino al febbraio del 2018. Già nel settembre 2017, all'interno della galleria Spadafora di Bisconte erano stati sequestrato 42 chili di marijauna. A seguire, nel novembre 2017 altri due involucri  da 2 chili e l'altro da 10 venivano sequestrati mentre li trasportavano in auto.

Le investigazioni si sono sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attività tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico. 
Secondo gli inquirenti, l'operazione ha consentito di “disarticolare” la linea di comando della compagine delinquenziale e di individuare i singoli componenti tutti coinvolti, a vario titolo, in dinamiche di traffico di almeno due differenti tipi di sostanze stupefacenti che venivano poi commercializzate a messina ed in altre località turistiche della provincia.
 


 


 

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