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Cronaca

Barriere architettoniche e carenze di personale, il Tribunale finisce sul banco degli imputati

Il presidente dell'Ordine degli avvocati annuncia azioni anche giudiziarie per le carenze degli uffici. “Legali costretti a sostituirsi al personale amministrativo, per poter consentire la regolare attività d’udienza. Non siamo informati tempestivamente neanche su rinvii e chiusure delle cancellerie”

Supponiamo che siete stati convocati per testimoniare ad un processo. Ligi al dovere, fate il biglietto aereo perchè da Torino dovete arrivare a Messina. Supponiamo che la convocazione sia errata e trecento euro di biglietto potete strapparlo senza nessuno che vi risarcisca con la prospettiva, a breve, di essere convocati di nuovo e di dover macinare ancora chilometri a vostre spese. E' la giustizia, bellezza.

Un episodio che non accade raramente al Tribunale di Messina. Un disguido, “ci dispiace tanto”, legato a mille problematiche. In primis la carenza di personale. Quella che lo scorso 5 febbraio ha costretto gli avvocati a caricarsi faldoni con i fascicoli di udienza dagli archivi e dalle cancellerie alle aule. Pena lo svolgimento del processo in corso.

“Quando si accusano i legali per i tempi lunghi dei processi - mugugna quanche togato - bisognerebbe tener conto anche di questo”.

Ma ora il Tribunale di Messina rischia di finiire sul banco degli imputati perchè le carenze che si rscontrano all'interno, in qualcunque altra impresa, diventerebbero oggetto immediato di provvedimento di chiusura. Glielo spiega a chiare lettere il presidente dell'Ordine degli avvocati, Domenico Santoro, che oggi ha inoltrato un comunicato stampa per chiarire che l'Ordine “sta valutando di intraprendere azioni, anche giudiziarie, per porre fine allo stato di totale abbandono e di particolare gravosità in cui l’avvocatura è costretta a svolgere il proprio quotidiano impegno per la tutela dei diritti del cittadino”.

I primi a scendere in campo erano stati gli avvocati del Comitato pari opportunità. “O si risolve il problema delle barriere architettoniche o qui si blocca tutto”, avevano detto.

Oggi  Santoro prende posizione su un tema che ha tenuto banco anche all’inaugurazione dell’anno giudiziario, quando si è puntato il dito sull’esigenza di avere presto, subito, soluzioni adeguate per i nuovi uffici giudiziari: sicurezza e organico.

“A seguito delle numerose segnalazioni dei colleghi che giornalmente frequentano gli uffici giudiziari di via Malvizi – scrive in un comunicato Santoro – da ultimo a seguito degli incresciosi avvenimenti del 5 febbraio scoso, allorquando gli avvocati, per consentire il regoare svolgimento delle udienze, hanno dovuto trasportare i faldoni contenenti i fascicoli d’udienza dagli archivi e cancellerie alle aule, questo consiglio dell’Ordine degli avvocati esprime il proprio forte disappunto per la drammatica e insostenibile condizione in cui l’Avvocatura si trova a operare. In particolare - insiste il presidente -  è intollerabile che ancora si svolgano attività giudiziarie in un edificio dichiarato da anni inidoneo; che gli ascensori siano costantemente fuori uso e sottoposti a sola manutenzione ordinaria, non risolutiva delle relative èproblematiche tecniche; che non è tollerabile, a seguito del cronico sottorganico che investe le cancellerie, che sia preteso dagli avvocati di sostituirsi al personale amministrativo, per poter consentire la regolare attività d’udienza; è altresì inaccettabile che, nell’era delle comunicazioni telematiche, il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Messina non sia prontamente avvisato delle disfunzioni degli uffici (rinvii d’udienza, chiusura temporanea delle cancellerie, ecc.), in modo da informare tempestivamente i colleghi”.

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