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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Sant'Agata di Militello

Ospedali depotenziati e gravi carenze di personale, sindacati preoccupati per la sanità messinese

Da un lato il rischio privatizzazione dell'ospedale di Sant'Agata, dall'altro la penuria di posti letto e servizi nella provincia tirrenica

Sono pronti alla mobilitazione i sindacati per scongiurare la privatizzazione dell'ospedale di Sant'Agata di Militello. Secondo Fp e Spi Cgil, Pensionati e Fpl Uil, Fials e Nursind, l’Asp intenderebbe “cedere” alla Fondazione Giglio di Cefalù le attività di chirurgia generale, ortopedia e ginecologia.

"Tale disegno - spiegano i sindacati -  rappresenta un gravissimo depauperamento e una odiosa mortificazione delle professionalità interne alla struttura ospedaliera di Sant’Agata di Militello e, inoltre, costituisce un regalo a favore della sanità privata. Tale operazione, fra l’altro, comporterà la cessione dell’85% del Drg (valore economico della prestazione) prodotto a favore della Fondazione Giglio di Cefalù (struttura privata). In questo quadro l’Asp di Messina incamererà soltanto il 15%, vale a dire una percentuale che non consentirà di coprire neanche i costi di gestione e che potrebbe anche ricevere l’attenzione della Corte dei Conti. Il tentativo di privatizzare e smantellare l’ospedale di Sant’Agata di Militello si inquadra
in una strategia totalmente inaccettabile che è il preludio della cancellazione della sanità pubblica ospedaliera con le nefaste conseguenze per la garanzia del diritto, costituzionalmente garantito, alla salute di tutti i cittadini. Pertanto, nel respingere in toto questo progetto, intendiamo coinvolgere in questa battaglia di difesa della sanità pubblica tutti i cittadini, i lavoratori, le istituzioni locali e le forze politiche".

Da qui la decisione di organizzare una mobilitazione popolare che partirà con lo svolgimento di un’assemblea popolare il prossimo 26 gennaio alle 16 nel Castello Gallego di Sant’Agata di Militello.

Clima caldo anche a Patti. Il Coas pone l'attenzione sul trasferimento dei posti letto dalla Rsa di Patti a Messina denunciando inoltre la persistente chiusura del Centro Diurno Alzheimer di Barcellona Pozzo Gotto.

La nota del sindacato rivolta alla Regione

"Il Co.A.S. Medici Dirigenti è venuto a conoscenza che il 18 gennaio u.s. sono stati trasferiti presso il Distretto Sanitario di Messina i 20 posti letto della RSA di Patti, chiusa da diverso tempo per motivi burocratici,sottraendo, incomprensibilmente, al vastissimo bacino tirrenico preziosi posti letto dedicati alle dimissioni protette dei presidi ospedalieri ricadenti, implementando ulteriormente il Distretto Sanitario di Messina, la cui dotazione di posti letto è più che sufficiente. Inoltre, per garantire come da normativa vigente la presenza di personale medico geriatra dell’ASP di Messina, quest’ultima ha disposto una mobilità d’urgenza rivolta nei confronti di personale medico in servizio presso l’UOC di Geriatria del PO di Patti, anziché verso i dirigenti medici geriatri in servizio nelle altre strutture sanitarie territoriali che, addirittura, risulterebbero in esubero in conseguenza della chiusura della stessa RSA di Patti e del Centro Diurno Alzheimer di Barcellona Pozzo di Gotto. Cosa davvero incredibile, a nostro avviso, che il posto nel frattempo resosi vacante presso l’UOC di Geriatria del PO di Patti è stato subito dopo ricoperto da parte di un dirigente medico geriatra territoriale della RSA di Sant’Angelo di Brolo. Cui prodest? Il Co.A.S. Medici Dirigenti chiede con urgenza: 1. La motivazione del trasferimento dei posti letto della RSA di Patti a Messina, riducendo drasticamente l’offerta sanitaria sul versante tirrenico. Non c’era sul territorio pattese una allocazione alternativa? Perché, ad esempio, i posti letto non sono stati aggiunti all’RSA di San Piero Patti? 2. L’immediata revoca degli anomali provvedimenti di mobilità d’urgenza nei confronti dei due dirigenti geriatri interessati. 3. L’emanazione, qualora necessario, di un avviso interno di mobilità intraziendale nella disciplina di geriatria. È inaccettabile mancare di rispetto al dettato Costituzionale, alle leggi e al CCNL della dirigenza sanitaria. Pertanto, s’invitano le SS.LL. in indirizzo, ognuno per propria competenza, a intraprendere le azioni tese a verificare quanto sopradetto e, ove lo ritenessero opportuno, porre in essere i necessari provvedimenti".

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