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Cronaca

"Cattiva gestione per la partecipata Innovabic", la Corte dei Conti chiede i danni

Dopo gli accertamenti della Finanza su esposto dell’Ateneo, i giudici contabili chiamano al pagamento complessivo di 100 mila euro gli ex soci tra cui l'allora rettore Pietro Navarra e l'ex sindaco Renato Accorinti

In sei a giudizio per la gestione di Innovabic Srl, la società di consulenza finanziaria nata nel ‘97 e partecipata da Università, Provincia e Comune messa poi in liquidazione.

All’Udienza fissata dalla Corte dei Conti l’11 maggio (presidente Vincenzo Lo Presti) dovranno comparire oltre l’ex rettore Pietro Navarra anche l’ex sindaco Renato Accorinti, Dario Latella nella sua qualità di amministratore unico, Antonino Germanà, Orazio Miloro e Michele Bisignano, in qualità di componenti del Comitato di controllo chiamati al pagamento complessivo di 100 mila euro (14.285,71 pro capite, il doppio Accorinti nella sua qualità di Socio sia per il Comune che per la Provincia).

In sostanza, dopo gli accertamenti della Finanza su esposto dell’Ateneo che denunciava mala gestio, la Corte dei Conti rileva che “lo stato di crisi della Innova Bic è riconducibile a scelte di gestione operate dalla società stessa la quale, nonostante fosse destinata a realizzare la parte prevalente della propria attività in favore degli enti soci, ha ritenuto di dover partecipare a progetti ed iniziative senza affidamento da parte dei soci pubblici. In tal modo sono state utilizzate risorse pubbliche senza un corrispondente beneficio per l’interesse pubblico, che, si ricorda, è la ragione per la quale gli Enti partecipanti decidevano sin dal 2010 di ricapitalizzare la società in perdita”.

La Innova Bic Srl infatti, diventa pluripartecipata a capitale interamente pubblico a seguito di trasformazione della società Innova – Business Innovation Centre S.p.A. a capitale misto pubblico/privato. I soci enti pubblici, in occasione dell’assemblea straordinaria del 31 maggio 2010, deliberano di ripianare le perdite della Spa di euro 150.597,35 e contestualmente aumentare il capitale sociale di un importo pari ad euro 100.000,00.

Nella medesima sede deliberano di adottare un modello di gestione in house providing, cui seguiva l’adozione di apposito statuto. Nell’anno 2010, versavano ulteriori 200 mila euro.

La mission sociale, come emerge dall’art. 4 dello statuto si sostanziava, in sintesi, nell’attività di selezione, valutazione, predisposizione, gestione ed attuazione degli strumenti di finanziamento attrazione e realizzazione di investimenti e sviluppo territoriale – compresi quelli previsti dai programmi e dalle azioni dell’Unione Europea, nonché delle leggi nazionali e regionali in materia, scopo sociale che è stato ritenuto dai soci pubblici di particolare interesse pubblico, tale da doverne finanziare la ricapitalizzazione e l’acquisizione della società ai servizi amministrativi “interni” alla Pubblica Amministrazione.

“Ma dalla istruttoria espletata – scrivono i magistrati contabili - è emerso che a seguito dell’acquisizione in mano pubblica della morente Innova Spa, i soci non hanno mai avuto alcuna concreta intenzione di perseguire finalità pubbliche con la nuova Innova Bic srl. Infatti, mai i Soci partecipanti hanno proceduto ad effettuare affidamenti e contratti di servizio per rendere effettivamente operativa la società in favore degli Enti stessi. Solo il Comune di Messina in data 09/02/2018 ha tentato un tardivo contratto di servizio, peraltro revocato in autotutela in quanto chiaramente posto in essere in violazione della normativa in tema di divieto di soccorso finanziario. L’acquisizione della società in perdita, in altri termini, è avvenuta in assenza di un reale obiettivo e, pertanto, l’esborso si è rilevato privo di giustificazione funzionale e, soprattutto, del suo impiego la collettività non ha mai potuto giovare”.

"Sono tranquillo e sereno, certo di aver svolto con correttezza il mio lavoro per l'università e questa correttezza sarà fatta valere in sede di giudizio", è la replica di Pietro Navarra. 

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