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Cronaca Sant'Agata di Militello

A Sant'Agata punto nascite chiuso dal 2019, donna partorisce in pronto soccorso

Troppo rischioso raggiungere l'ospedale di Patti, il più vicino tra quelli dotati del reparto maternità. La neo mamma è stata assistita da personale medico in turno ambulatoriale

Raggiungere Patti era troppo rischioso e così ha messo alla luce la sua bimba nell'ospedale di Sant'Agata di Militello dove il punto nascita è chiuso dal 2019. L'episodio è avvenuto ieri e riaccende i riflettori sulle croniche carenze del sistema sanitario messinese. La donna ha raggiunto l'ospedale in preda a forti doglie ed è stata trasportata al pronto soccorso. Lì il parto con l'assistenza della ginecologa e dell'ostetrica in turno ambulatoriale. Una procedura d'urgenza che evitato ulteriori rischi alla neo mamma che avrebbe dovuto percorrere decine di chilometri in auto per raggiungere il "Barone Romeo", la struttura più vicina con un reparto attrezzato per le nascite. Per fortuna, tutto si è svolto senza problemi e in modo naturale, mamma e figlia stanno bene. 

Le mancanze dell'ospedale di Sant'Agata di Militello sono da tempo denunciate dai sindacati, considerando il numero di residenti tra il paese tirrenico e il suo hinterland, popolazione che aumenta sensibilmente durante la stagione estiva. 

L'appello del sindaco Mancuso: "Riaprire il punto nascita"

Sulla vicenda fa la voce grossa il sindaco di Sant'Agata di Militello Bruno Mancuso attraverso una nota indirizzata alla Regione.

In questi giorni abbiamo appreso della notizia del lieto evento della nascita di una bimba all’ospedale di Sant’Agata di Militello, dove la mamma, residente in un comune limitrofo
ed ormai a termine del periodo di gravidanza, si era recata ieri accusando forti dolori. Una serie di coincidenze favorevoli, come l’arrivo al pronto soccorso appena in tempo prima della chiusura delle attività ambulatoriali a orario ridotto del reparto di ostetricia e ginecologia, unite alla tempestività e competenza di medici e personale sanitario, hanno fatto sì che tutto andasse per il verso giusto. La mamma e la piccola godono di ottima salute, per la gioia dei familiari e della comunità tutta per la vita appena sbocciata. Il destino, a differenza di quanto successo purtroppo in passato, ci offre dunque questa volta una felice occasione di riflessione sulla paradossale situazione del punto nascita dell’ospedale di Sant’Agata di Militello per cui siamo costretti a celebrare come
straordinario un evento che dovrebbe invece essere naturale e persino ordinario.

Quanto accaduto non può non indurci, infatti, a considerare quali conseguenze sarebbero potute insorgere se la stessa situazione si fosse presentata in orario notturno o in una
giornata festiva, senza la pronta disponibilità, oltre a quella preziosa e competente del pronto soccorso, anche dei sanitari del reparto di ostetricia e ginecologia. O ancora peggio,
se marito e moglie anziché fermarsi a Sant’Agata si fossero diretti verso un altro presidio ospedaliero più distante dotato di punto nascita. Sia dunque questo lieto evento uno spunto
per chi di dovere affinché si comprenda, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’urgenza non più rinviabile di riaprire il punto nascita, chiuso dal 2019. Negli ultimi anni, come è noto, ripetute sono state le richieste a gran voce ed in varie forme da parte dei sindaci del comprensorio, degli operatori sanitari, dei sindacati e dalla popolazione stessa, affinché
venissero garantite condizioni decorose ed adeguate dei servizi sanitari in ambito ospedaliero e nel distretto tutto. Diversi sono stati anche gli incontri istituzionali, i tavoli
tecnici e le proposte avanzate, e corposa la corrispondenza tra organismi statali e regionali.

Si ribadisce dunque l’opportunità di una definitiva assunzione di responsabilità da parte di chi governa la sanità, con l’invito a rompere gli indugi e predisporre in concreto la
riapertura del punto nascita, riportando a livelli prestazionali normali il reparto di ostetricia e ginecologia e rimettendo quindi l’intero ospedale di Sant’Agata di Militello in condizioni di assolvere al proprio ruolo di presidio indispensabile per la tutela della salute e della vita umana nell’area tirrenico nebroidea.

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