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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Pasquale Castagno in Antartide per studiare l'evoluzione dei ghiacciai

Il ricercatore dell'Università di Messina, coordinatore scientifico della missione oceanografica attualmente in corso nei mari antartici

Scoperto in Antartide un antico ecosistema nascosto all’interno di un ghiacciaio. Si tratta di un crioecosistema unico nel suo genere, caratterizzato da un insieme di funghi e batteri, è stato rinvenuto nelle brine ipersaline del ghiacciaio di Boulder Clay in Antartide. La ricerca, pubblicata su Scientific Reports, è stata svolta dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche assieme alle Università dell’Insubria, degli studi di Perugia, Ca' Foscari Venezia e Bolzano.

Pasquale Castagno, ricercatore del Gruppo di Geofisica presso il Dipartimento di Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della Terra dell’Università di Messina, è il coordinatore scientifico della missione oceanografica attualmente in corso nei mari antartici, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) gestito da CNR ed ENEA.

Lo staff di studiosi ha iniziato la campagna ai primi di gennaio sulla nave rompighiaccio Laura Bassi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (INOGS) di Trieste ed è impegnato nell’acquisizione ed analisi di dati di fondamentale importanza per la comprensione dei processi che interessano le acque prospicienti il continente antartico ed hanno implicazioni sugli equilibri climatici ed ambientali del Pianeta.

Lo studio è stato condotto dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche di Messina (Cnr-Isp), nell’ambito del progetto Ipeca coordinato dall’Università di Trieste, in collaborazione con l’Università degli studi dell’Insubria (Varese), l’Università degli studi di Perugia, l’Università Ca’ Foscari Venezia e la Libera Università di Bolzano. La ricerca ha portato alla scoperta di un crioecosistema unico sotto la superficie dei ghiacci antartici. La ricerca, promossa nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra) finanziato dal Mur e coordinato dal Cnr per le attività scientifiche e dall’Enea per l’attuazione operativa delle spedizioni, ha permesso l’identificazione di brine endoglaciali nell’area del ghiacciaio di Boulder Clay, nei pressi della Stazione scientifica italiana ‘Mario Zucchelli’.

Angelina Lo Giudice, ricercatrice del Cnr-Isp, spiega che "di recente abbiamo rinvenuto brine ipersaline all’interno dei ghiacci di questa zona antartica che, per la loro diversità microbica e geochimica, determinano un habitat unico rispetto alle brine finora studiate in quell’area. Questa diversità di microrganismi è la probabile conseguenza di una progressiva concentrazione di acqua marina nelle masse ghiacciate, che iniziò a verificarsi già in epoche remote". Un ambiente simile a quello delle Blood Falls, famose per la loro colorazione rossastra, nelle Dry Valleys dell’Antartide orientale, dove è presente un sistema idrologico di brine ipersaline all’interno del ghiacciaio Taylor.

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