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Cronaca

Cinquemila firme per il presidente Conte: “Ripartire dal Sud per riunire il Paese”

La lettera-appello di docenti, imprenditori, disoccupati e pensionati che sostiene le richieste del governatore siciliano e del sindaco De Luca

Non è solo il sindaco di Messina che sta preparando una proposta al presidente Conte. Anche il governatore siciliano, Nello Musumeci, sta lavorando a una lettera da inviare al premier Giuseppe Conte, per chiedere nell'Isola il riavvio di alcune attività "in considerazione del minor numero di contagi".

A renderlo noto è l'assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, che proprio su indicazione del presidente Musumeci, ha sentito in videoconferenza le associazioni di categoria dell'industria, del commercio e dell'artigianato per i quali il Dpcm che entrerà in vigore il 4 maggio è stata una doccia fredda e invocano la riapertura prima dei termini previsti da Roma.

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Una richiesta lanciata anche attraverso una petizione online su Change.org da centinaia di cittadini, fra docenti universitari, specie di economia, imprenditori, intellettuali, commercianti, lavoratori, disoccupati, pensionati, che hanno scritto una lettera-appello al presidente del Consiglio affinchè la ripartenza avvenga da Sud, considerato che le circostanze, fatte salve le dovute precauzioni, lo consentono. I firmatari non sono accomunati da appartenenza politica, come è evidente leggendone i nomi e per la presenza di rappresentanti politici di schieramenti diversi, ma dall'unica preoccupazione di vedere ancora una volta una occasione persa per il Paese e per il Sud. Quasi cinquemila le firme già raccolte. Nella lettera al capo del governo in cui si chiede di ripartire dal Sud, dal momento che è l’area meno colpita, dalla pandemia.

“La ripartenza da Sud potrebbe essere accelerata non solo con nuovi investimenti, che si renderebbero necessari per dotarlo di quelle infrastrutture e servizi pubblici che ancora mancano, ma anche sbloccando le numerose opere pubbliche già finanziate o che necessitano solo di essere cantierate – si legge nella petizione -  Ciò darebbe ossigeno alle imprese e consentirebbe di assorbire parte dei lavoratori disoccupati, generando redditi aggiuntivi. Un contributo ulteriore potrebbe, poi, arrivare dall’accelerazione del pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione. Infine, con adeguati sostegni, potrebbero ripartire moltissime piccole e medie imprese nei settori dell'agroalimentare, della tecnologia, dell’informatica. Il Sud ha enormi potenzialità inespresse e per questo motivo, come è stato più volte evidenziato dalle ricerche, gli investimenti nelle aree sottoutilizzate del Paese avrebbero rendimenti e ricadute maggiori che nelle aree economicamente più avanzate. Presidente, quest’occasione che nasce da una tragedia potrebbe essere colta per unire e rendere più equo il Paese, considerato che le tensioni per la disparità di diritti (che pure sarebbero costituzionalmente garantiti in pari quantità e qualità a tutti), servizi, infrastrutture, sono giunte a un punto che potrebbe essere di non ritorno, per le sperequazioni nella ripartizione territoriale della spesa pubblica che, come è ampiamente documentato, da anni penalizza il Sud. Tensioni che si riflettono sulla tenuta stessa del Paese - conclude la lettera -  in mancanza di una equità troppo a lungo negata, lavorando per la quale, si ricucirebbero strappi profondi, antichi e anche molto recenti”.

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